Primo piano

In cinque anni 50 mln di alberi con il Piano Ue

Un progetto destinato a favorire le aree rurali e quelle metropolitane, con al centro la piantumazione delle foreste urbane. L’analisi della Coldiretti

(Red) L’Italia può contare su un progetto per piantare 50 milioni di alberi nell’arco dei prossimi cinque anni nelle aree rurali e in quelle metropolitane, anche per far nascere foreste urbane con una connessione ecologica tra le città, i sistemi agricoli di pianura e il vasto e straordinario patrimonio forestale presente nelle aree naturali, a partire dal Recovery plan.
E’ quanto afferma la Coldiretti in riferimento al piano di rimboschimento da 3 miliardi di alberi entro il 2030 presentato dalla Commissione Europea nell’ambito del pacchetto Fit for 55 che propone di adeguare la legislazione Ue all’obiettivo di ridurre del 55% entro il 2030 le emissioni climalteranti in Europa, rispetto ai livelli del 1990. In Italia ogni abitante dispone in città di appena 33,8 metri quadrati di verde urbano con lo smog che nelle città viene amplificato dall’effetto combinato dei cambiamenti climatici, del traffico e della ridotta disponibilità di spazi verdi che concorrono un modo rilevante alla mitigazione del clima e a combattere le polveri sottili e gli inquinanti gassosi, secondo l’analisi della Coldiretti sulla base dati Istat. Una situazione preoccupante anche per i grandi centri urbani – evidenzia Coldiretti – dove il verde per mitigare il clima e ammortizzare gli effetti negativi dell’inquinamento oscilla su valori che vanno solo dai 15,2 metri quadrati per abitante di Messina ai 17,1 a Roma, dai 17,8 di Milano ai 22,2 di Firenze, dai 42,4 di Venezia ai 9,2 di Bari.
Uno scenario che ha un impatto importante anche sulle temperature urbane visto che un parco di grandi dimensioni può abbassare il livello di calore da 1 a 3 gradi rispetto a zone del centro o dove non ci sono piante o ombreggiature verdi. Il caldo urbano è considerato la calamità meteorologica più letale al mondo considerato che – evidenzia Coldiretti – le ondate di calore sono responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno. Oltre ad essere una barriera anti afa, le piante combattono anche l’inquinamento dell’aria che è considerato dal 47% degli italiani la prima emergenza ambientale secondo l’indagine Coldiretti/Ixe’. Bisogna dunque intervenire in modo strutturale ripensando lo sviluppo delle città e favorendo la diffusione del verde pubblico e privato con le essenze più adatte alle condizioni climatiche e ambientali dei singoli territori. L’obiettivo – precisa la Coldiretti – è quello di creare vere e proprie oasi mangia smog nelle città dove respirare area pulita grazie alla scelta degli alberi più efficaci nel catturare i gas ad effetto serra e bloccare le pericolose polveri sottili abbassando al tempo stesso la temperatura dell’ambiente circostante durante i periodi più caldi e afosi. Una pianta adulta – precisa Coldiretti – è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili e un ettaro di piante elimina circa 20 chili di polveri e smog in un anno. Ai primi posti nella speciale classifica delle piante mangia smog – sottolinea la Coldiretti – ci sono nell’ordine l’Acero Riccio, la Betulla, il Cerro, il Ginkgo Biloba, il Tiglio, il Bagolaro, l’Olmo campestre, il Frassino comune e l’Ontano nero. Per semplificare 12 piante di acero riccio assorbono l’equivalente della CO2 emessa da un’auto di media cilindrata che percorre 10.000 km/anno. Il progetto denominato “Bosco vivo e foreste urbane” di Coldiretti e Federforeste si pone l’obiettivo di gestire il patrimonio forestale in maniera sostenibile per contribuire al raggiungimento della neutralità climatica entro il 2050 favorendo lo stoccaggio del carbonio da parte delle superfici forestali e delle foreste urbane.

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