Regioni

In Regione Emilia Romagna accolti e assistiti 7.004 profughi dall’Ucraina

Sono 7.004 i profughi in fuga dall’Ucraina arrivati sinora in Emilia-Romagna, di cui 3.715 adulti e 3.289 minori. Ad accoglierli c’è tutto il sistema regionale, in continuo raccordo con il Commissario delegato per l’emergenza, il presidente della Regione, Stefano Bonaccini. A partire dalle Prefetture, cui spetta il compito di svolgere le procedure necessarie, fin dalle operazioni anagrafiche. Insieme ai Comuni e alle amministrazioni locali, le Prefetture si occupano inoltre di reperire le collocazioni di prima accoglienza mediante la rete dei centri Cas (Centri di accoglienza straordinaria) e la rete Sai (Sistema accoglienza e integrazione). La Protezione civile regionale prosegue nel supporto ai Comuni e alle Prefetture stesse per l’accoglienza e l’assistenza, in stretto e costante raccordo con il Governo e la Protezione civile nazionale. Al momento sono 440 le persone accolte nella rete Cas (dati dalle Prefetture aggiornati a oggi, venerdì 11 marzo). La gran maggioranza ha invece trovato ospitalità presso parenti e associazioni di volontariato. Come previsto da un decreto del presidente Bonaccini, in veste di Commissario delegato per l’emergenza, si stanno sottoscrivendo convenzioni con le associazioni di categoria degli albergatori per mettere a disposizione posti letto in strutture alberghiere o gestite dal volontariato, da attivare se i posti disponibili nei Cas e nella rete Sai non fossero più sufficienti.  Anche in Emilia- Romagna, inoltre, il ministero dell’Interno ha avviato il censimento degli immobili confiscati per metterli a disposizione dell’emergenza profughi dall’Ucraina. Il sistema sanitario regionale è mobilitato per accogliere e dare assistenza ai profughi che provengono dall’Ucraina. All’arrivo in Emilia-Romagna, a tutti viene anzitutto rilasciato il codice STP (Straniero Temporaneamente Presente), valido per sei mesi ed eventualmente rinnovabile. Il codice consente l’iscrizione al Servizio sanitario nazionale, con gli stessi diritti dei cittadini italiani per l’accesso alle prestazioni.  Negli hub vaccinali e nelle altre strutture presenti sul territorio, entro 48 dall’arrivo, ai profughi viene fatto il tampone Covid e garantita la somministrazione del vaccino(prima, seconda o terza dose). La vaccinazione è su base volontaria per le persone con meno di 50 anni, mentre è obbligatoria per gli over 50. Sono assicurate, inoltre, sempre su base volontaria, altre vaccinazioni contro le malattie di cui si conosce l’esistenza di focolai in Ucraina (difterite, tetano e pertosse). Le persone risultate positive al Sars-Cov-2 vengono poste in isolamento nelle strutture dedicate; gli asintomatici o – paucisintomatici – non in grado di restare in isolamento presso l’alloggio a cui sono stati destinati, per esempio quelli collocati nei Cas, saranno ospitati nei Covid hotel fino alla negativizzazione.  Le Aziende sanitarie si faranno carico di eventuali necessità sanitarie dei profughi (visite specialistiche, erogazione di farmaci, e così via) sia attraverso la rete dell’assistenza primaria e delle Case della Salute, che attraverso la rete ospedaliera. In particolare, si stanno predisponendo percorsi per una prima e immediata erogazione di farmaci che necessitano l’assoluta continuità di terapia (ad esempio insulina per i diabetici, psicofarmaci, e così via). Nel frattempo, l’Emilia-Romagna ha già inviato in Ucraina farmaci per un valore di 80mila euro ed è pronta a rispondere ad altre richieste.

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