Politica

Indigesto per le destre l’accordo tra Democratici, Azione e + Europa 

 

Dal centrodestra arriva la reazione della leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni: “L’alleanza Pd-Azione fa chiarezza sulle forze in campo alle prossime elezioni. A misurarsi con il centrodestra e FdI ci sarà la solita sinistra. Il Pd, la sinistra estrema e Azione, la costola del Pd presieduta dall’europarlamentare eletto nel Pd, Carlo Calenda. Finisce la storiella di Azione partito moderato, alternativo alla sinistra tutta tasse, assistenzialismo e nemica del ceto produttivo”. Duro anche il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani: “Azione getta la maschera. È la quinta colonna del Partito democratico e della sinistra. Altro che progetto per creare un nuovo centro, altro che governo Draghi, semplicemente al servizio di chi vuole la patrimoniale per qualche posto in più”. Su Twitter il leader del M5s, Giuseppe Conte, ha scritto: “Finalmente è finita la telenovela Letta-Calenda: in bocca al lupo alla nuova ammucchiata che va dalla Gelmini dei tagli alla scuola al Pd, passando per Calenda, che non ha mai messo il naso fuori da una Ztl. Si riconoscono “nell’agenda Draghi”. Salario minimo legale, lotta all’inquinamento e alla precarietà giovanile saranno fuori dalla loro agenda. Nessun problema, ce ne occuperemo”. “Un polo di centro, moderato, riformista, coerente con quello che abbiamo sempre detto alle prossime elezioni ci sarà. Saremo noi”, ha commentato su Twitter il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, tenendo ancora chiusa la possibilità di un ingresso di Iv nella coalizione. Calenda invece in giornata aveva aperto a Renzi: “Le porte sono aperte a tutti e io ci ho pensato molto. La rottura in questa fase paga quasi sempre dal punto di vista dei numeri, ma non si fa politica per i numeri. Non credo che nessuno abbia mai messo veti dal punto di vista coalizione”. Infine Unione Popolare con De Magistris: “L’accordo Letta-Calenda è la prova definitiva che il Pd è non solo azionista di maggioranza del draghismo, in prima linea nel partito delle armi e della guerra, oltre che delle politiche di devastazione ambientale, inceneritori in testa. Il Pd sarà il perno su cui ruoterà il grande centro, da Letta a Calenda, da Brunetta a Gelmini, da Carfagna a Mastella, da Di Maio a Renzi”.

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