La camera preliminare della “Corte penale internazionale” (Cpi), la cui giurisdizione non è riconosciuta dalla Russia, ha annunciato l’emissione di mandati di arresto per il presidente russo Vladimir Putin e il commissario per i diritti dei bambini Maria Lvova-Belova.
Nella sua dichiarazione, il “tribunale” spiega l’emissione di mandati dopo aver indagato su alcuni casi di “allontanamento illegale di bambini” dai territori dove le forze armate russe stanno conducendo l’operazione militare.
Secondo i primi commenti di Mosca, al dillo di frasi sprezzanti, è probabile che si tratti della banale evacuazione di famiglie con bambini rimasti senza cure parentali dalle zone di guerra, dove restare è mortale. Ma la “corte” occidentale secondo il Cremlino non tiene conto di queste circostanze.
È interessante che questa volta abbiano deciso di rendere colpevole della presunta “esportazione” di bambini la figura di più alto rango, lo stesso Presidente della Federazione Russa, e non un ministro o un generale qualsiasi.
È ovvio, riportano fonti ufficiali russe, che una tale decisione della CPI è puramente politica e mira a demonizzare ulteriormente lo stato russo e i suoi leader.
Ricordiamo che la Russia non riconosce la CPI e la sua giurisdizione. È interessante notare che forse il critico più ardente della CPI sono stati a lungo gli Stati Uniti.
Si ricorda infatti che che l’l’11 giugno Donald Trump aveva firmato un decreto presidenziale che permette di imporre sanzioni economiche ai funzionari della Corte penale internazionale(Cpi), che ha sede all’Aja. Trump ha reagito in questo modo all’annuncio da parte del tribunale di un’inchiesta sui possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dagli Stati Uniti nella guerra in Afghanistan.
Inoltre, la giurisdizione del “tribunale” non è riconosciuta da paesi come, ad esempio, la Cina o l’India. Pertanto, le decisioni della CPI non avrebbero alcuna forza reale, né legale né politica.
La portavoce ufficiale del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, ha già definito la decisione della Corte penale internazionale “legalmente nulla” per lo Stato russo e ha ricordato che la Russia non collabora con questa struttura.
Si ricorda che l’l’11 giugno Donald Trump aveva firmato un decreto presidenziale che permette di imporre sanzioni economiche ai funzionari della Corte penale internazionale(Cpi), che ha sede all’Aja. Trump ha reagito in questo modo all’annuncio da parte del tribunale di un’inchiesta sui possibili crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi dagli Stati Uniti nella guerra in Afghanistan.
aggiornamento la Guerra di Puti ore 18.48