Esteri

La diga in Etiopia su Nilo Azzurro promette bene per l’Egitto

Il ministro degli esteri egiziano, Sameh Shoukry, è tornato sul tema della Grande diga sul tratto etiope del fiume Nilo azzurro, nota con l’acronimo Gerd, circa un mese dopo il fallimento dell’ennesima sessione di negoziati con Etiopia e Sudan che si è tenuta nella Repubblica democratica del Congo sotto l’egida dell’Unione Africana. “Siamo fiduciosi che il secondo riempimento del bacino della Grande diga del rinascimento etiope non avrà un impatto negativo sugli interessi egiziani”, dato che il Paese può fare affidamento sulla Diga di Assuan, ha dichiarato in un’intervista televisiva. A fine marzo inoltre, il presidente Abdel al-Fattah Al-Sisi aveva affermato che ci sarebbero state “conseguenze incalcolabili nella regione” se fosse stata presa “una sola goccia” delle acque egiziane. Nelle sue ultime dichiarazioni all’emittente satellitare Ten Tv, Shoukry ha invece evidenziato che l’Egitto “può far fronte al secondo riempimento del bacino della Gerd adottando delle rigide misure di gestione delle risorse idriche”, forte anche “dell’equilibrio di sicurezza rappresentato dalle riserve dell’Alta diga” di Assuan. Le parole del ministro egiziano sono arrivate pochi giorni prima delle dichiarazioni dell’omologo etiope Demeke Mekkonen, che ha annunciato ieri che l’Etiopia effettuerà “nella stagione delle piogge in arrivo” un test sulla capacità di generazione di energia dell’infrastuttura. Mekkonen, che ieri ha partecipato anche a una riunione sul sostegno al progetto della diga con il ministro delle Risorse idriche, partiti politici e leader religiosi, ha detto che “nessuna forza potrà fermare” il processo in corso. La posizione di Egitto e Sudan ai negoziati è che l’Etiopia cominci le procedure di secondo riempimento solo dopo il raggiungimento di un accordo condiviso sullo sfruttamento delle acque del Nilo.

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