Covid

L’allarme di Bassetti: “Non è una quinta ondata ma la prima di una nuova infezione depotenziata”

“Io non credo che siamo di fronte a una quinta ondata di Covid in Italia, almeno per come abbiamo vissuto le ondate precedenti. Siamo di fronte ad una prima ondata di una infezione completamente diversa, di un virus 2.0 rispetto a quello che abbiamo visto nelle ondate precedenti”. Lo scrive su Facebook il direttore della clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti. “È la prima ondata di un virus depotenziato per le sue conseguenze cliniche perché non è paragonabile alle precedenti quattro ondate e perché i nostri ospedali hanno pressione zero. Ovvero, questo aumento dei contagi non porta a una malattia grave”aggiunge l’infettivologo. Secondo Bassetti, infatti, “se vediamo i numeri, l’incremento dei nuovi casi è ormai costante da 10-15 giorni e, quindi, avremmo già dovuto vedere un aumento sui ricoveri e sulle terapie intensive, se avesse portato a una malattia grave. Dobbiamo monitorare, fare attenzione, ma i vaccini funzionano eccome”.

La variante Omicron 2 “non mi pare così aggressiva, ma è molto contagiosa e l’aumento dei casi ne è la prova: può recidivare nel 3-4% dei casi. Omicron rispetto a Delta, secondo uno studio pubblicato su ‘Cell’, fa produrre un numero di anticorpi dieci volte inferiore, in qualche modo è in grado di colpire più volte anche a distanza ravvicinata. I contagi cresceranno ancora, ma non ci saranno le forme gravi”, ha proseguito Bassetti. “Il ciclo vaccinale con la dose booster non è bucato dalla variante Omicron 2, ma in Italia abbiamo molti che hanno fatto due dosi vaccino e poi la malattia- analizza l’esperto- se è vero che con Omicron 2 si ha una risposta immunitaria dieci volte inferiore, forse vale la pena per queste persone fare la terza dose anche dopo l’infezione naturale: le persone più anziane e con comorbidità, anche dopo aver avuto Omicron, dovrebbero fare la terza dose”.

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