Politica

Landini avverte il Governo: “Basta chiamarci a cose fatte. Serve tavolo di trattativa”

Il leader della Cgil fissa i paletti e fa capire che potrebbe esserci lo sciopero generale

 

“Spero si apra un vero tavolo di confronto, perché finora ci hanno solo informati delle intese raggiunte nella maggioranza. Ma noi rappresentiamo i lavoratori dipendenti e i pensionati che, osservo, pagano l’85% dell’Irpef”, dice il leader della Cgil Maurizio Landini in un’intervista al Corriere della Sera nel giorno della convocazione a Palazzo Chigi da parte del premier Mario Draghi.
“Cgil, Cisl e Uil hanno già in corso una serie di iniziative di mobilitazione sul territorio e nelle categorie. Valuteremo il da farsi dopo l’incontro. Senza risultati, dovremo inasprire le forme di mobilitazione – spiega – Lo sciopero generale non è un fine, ma un mezzo cui il sindacato ricorre quando tutti gli spazi di confronto sono chiusi. A partire da domani, vogliamo un tavolo e risultati su fisco, pensioni, lavoro”. Per Landini “nella manovra ci sono alcune cose importanti, come l’avvio della riforma degli ammortizzatori, l’aumento della spesa per la sanità pubblica, e le risorse per i contratti pubblici. Ma su fisco, pensioni, scuola, precarietà e politiche industriali non ci siamo ancora, servono dei cambiamenti. Il 16 novembre il governo ci aveva promesso l’apertura di veri tavoli di confronto su queste materie ma finora non è successo. Mi auguro che da domani le cose cambino”, altrimenti “valuteremo con Cisl e Uil. La Cgil ha già convocato il direttivo per venerdì”.

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