Politica

Landini vuole una barriera sindacale contro la destra

 

 

Maurizio Landini potrebbe fare il partito del Lavoro. La voce, come scrive Lucia Annunziata su La Stampa, continua a girare. “In un panorama di scioglimento dei partiti, la voce si basa almeno su dei numeri – è alla fine l’unico che ha un serbatoio di voti cui attingere”, si legge. “Gli iscritti della Cgil sono 5 milioni, di cui il 51 per cento lavoratori dipendenti e 49 per cento pensionati. Il 17 per cento di quel 51 per cento ha meno di 35 anni”, dice il segretario a La Stampa. Che scrive come “d’altra parte, alla vigilia dell’incontro che i sindacati avranno a Chigi con il premier il 12, sotto la spinta emotiva dei dati Istat su un Italia al limite, è «consapevole delle difficoltà del prossimo futuro», ed è pronto «a scendere in campo per non lasciare il campo a nessuno». Il nessuno va letto come «destra»”. Prosegue Lucia Annunziata: “Se di sicuro non pensa a fare un partito, e gli va creduto, l’uomo non è uno stupido, però non si sottrae al dire che questo è un sindacato che si colloca già su mobilitazioni politiche: «già a dicembre dell’anno scorso noi e la Uil abbiamo fatto uno sciopero generale». Potremmo chiamarla, insomma, una svolta sottotraccia del sindacato”. Tutto sarebbe cominciato secondo la Stampa a una riunione di circa un mese fa alla Cgil in cui si parlava di proposte da fare al premier. “Un mese dopo, nel palazzo vittoriano sede a Roma della Casa dell’Architettura, nel talk più singolare della stagione politica, otto leader – nell’ordine: Letta, Conte, Elly Schlein, Rosato, Speranza, Fratoianni, Calenda, e Acerbo del Partito della rifondazione comunista – a semicerchio davanti al segretario della Cgil”.

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