Esteri

L’Australia ai ferri corti con la Francia. In fibrillazione anche l’alleanza atlantica

La fine della guerra in Afghanistan ne ha provocata una nuova che rischia di essere ancora più devastante. Esplode, con gravi rischi per gli equilibri internazionali ed in particolare per l’Alleanza Atlantica (Nato), quella che è stata già definita la guerra dei sottomarini tra Parigi e Washington, che tocca anche l’Australia. La scelta proprio dell’Australia di stracciare il “contratto del secolo”, – si legge su Repubblica – ovvero l’ordine di dodici sottomarini francesi (valore oltre 30 miliardi di euro), e di convergere invece verso un consorzio anglo-americano fa infuriare la Francia. Biden offre i sottomarini a propulsione nucleare all’Australia, per cementare l’alleanza contro la Cina e lanciare un avvertimento a Pechino. Il premier australiano, Scott Morrison, ha motivato la scelta dei sottomarini nucleari con il mutamento delle condizioni nella regione. Ha aggiunto che quella tecnologia non era disponibile al Paese nel 2016, quando firmò l’intesa da 43 miliardi di dollari con la Francia per 12 sottomarini diesel-elettrici. Prima d’ora, gli Usa avevano condiviso la tecnologia solo con Londra. Il ministro degli Esteri francese, Jean-Yves Le Drian, ha espresso a France-Info “totale incomprensione” per la decisione. “È una pugnalata nella schiena, abbiamo costruito una relazione di fiducia con l’Australia, ed è stata tradita”, ha aggiunto. Morrison ha detto di comprendere la delusione, parlando però di “interesse strategico” del suo Paese, e ha riferito che il primo mezzo sarà costruito ad Adelaide entro il 2040. Londra, il premier Boris Johnson ha parlato dell’intesa come del “nuovo pilastro della strategia che dimostra l’impegno generazionale britannico per la sicurezza dell’Indo-Pacifico”. Esclusa è rimasta invece la Nuova Zelanda, vicina di casa dell’Australia, che dagli anni ’80 applica politiche anti-nucleare e vieta l’ingresso nei suoi porti alle navi a propulsione atomica. La prima ministra Jacinda Ardern ha detto che Wellington non è stata invitata a far parte dell’intesa, aggiungendo che è “chiaro a tutti i neozelandesi, e all’Australia, perché non vorrebbe far parte del progetto”. I legami con i tre Paesi, ha continuato, non saranno danneggiati.

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