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Legge Anti-Lgbt, l’Ungheria rischia di finire fuori dall’Ue. Carte bollate della Commissione contro Orban

(Red) Questa volta l’Ungheria, con la sua legge anti Lgbt, ha passato il segno. I leader dell’Unione europea, riuniti a Bruxelles, lo hanno fatto intendere chiaramente. Il più agguerrito è stato il premier olandese, Mark Rutte, che ha posto sul tavolo il tema, inizialmente non in agenda. “Secondo me, non c’è più posto nell’Ue per l’Ungheria” dopo quella legge, ha tuonato prima dell’avvio dei lavori del vertice. “Ma non sono l’unico a deciderlo, ce ne sono altri ventisei leader”, ha spiegato. Per Rutte non ci sono alternative: “Orban abroghi la legge oppure lasci l’Unione”. La Commissione europea si è mossa per le vie legali e in una lettera firmata dai commissari Didier Reynders (Giustizia) e Thierry Breton (Mercato interno) e indirizzata alla ministra della Giustizia ungherese, si chiedono “chiarimenti, spiegazioni e informazioni”, da fornire entro il 30 giugno, in merito alla controversa legge che “all’origine, ha lo scopo di proteggere i bambini dai pedofili”, ma che fa uso di “un metodo discriminatorio contro le persone in base al loro sesso e orientamento sessuale”. Nella missiva si precisa che per effetto della nuova legge ungherese “l’omosessualità, il cambiamento di sesso e la divergenza dall’identità personale rispetto al sesso alla nascita sono equiparate alla pornografia e sono considerate in grado di esercitare un’influenza negativa sullo sviluppo fisico o morale dei minori”. Così facendo, “le disposizioni di questo disegno di legge violano direttamente il divieto di discriminazione basato sul sesso e sull’orientamento sessuale sancito dall’articolo 21 della Carta (dei diritti fondamentali dell’Unione europea, ndr), negando alle persone la libertà di esprimersi, di avere la propria opinione e di godere del loro diritto a una vita privata e familiare”. Una dura condanna è arrivata anche dal segretario generale delle Nazioni unite, Antonio Guterres, che oggi ha preso parte al vertice Ue. “Le discriminazioni non sono accettate in nessuna circostanza e qualsiasi discriminazione contro Lgbtiq è totalmente inaccettabile nella nostra società moderna”, ha denunciato al suo arrivo. I premier di Belgio, Alexander De Croo, e Portogallo, Antonio Costa, si sono presentati alla riunione con la spilla arcobaleno

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