Roma Capitale

Leonardo Spa, sulla chiusura del sito di Pomezia il no dei sindacati in commissione Lavoro alla Regione Lazio

La chiusura del sito di Leonardo Spa di Pomezia approda sul tavolo della commissione Lavoro, formazione, politiche giovanili, pari opportunità, istruzione e diritto allo studio, con una audizione cui hanno partecipato i sindacati e il primo cittadino di Pomezia. Da parte sua il sindaco ha parlato delle ricadute economiche e sociali sul territorio in caso l’azienda prosegua nel suo intento di dislocare sulla Tiburtina.  Sull’eventuale uscita di Leonardo dal sito di Pomezia ha chiesto alla Regione un tavolo di confronto con il Mef (che ne detiene il 30% ). Unanime il coro di no anche dalle sigle sindacali presenti, ovvero CGIL; CISL; Fim Cisl; Uilm Uil; UGL. Il filo conduttore degli interventi è stato sulle ragioni aziendali messe sul tavolo ritenute inadeguate, perché secondo il piano industriale aziendale Leonardo è in forte crescita anche grazie ai fondi dal PNRR. Da più parti è stato rilevato che il PNRR, appunto, sia concepito quale strumento di crescita e non di chiusura, è stata evidenziata la posizione strategica del sito di Pomezia, vicina a Pratica di Mare e quindi all’ aeroporto militare, e ancora la produzione e il  fatturato che ne fanno una eccellenza non solo del Lazio, le preoccupazioni sul destino di tutto l’indotto interno ed esterno, che determinerebbe un “cratere” sociale su un territorio già delicato. I sindacati hanno chiesto un intervento urgente della politica e delle istituzioni, perché un’azienda a partecipazione statale non può ignorare il volere delle istituzioni. Al termine dell’audizione l’assessore al Lavoro ha rassicurato che la Regione Lazio farà i suoi passi, perchè c’è reale  preoccupazione per la coesione sociale, la Regione non ha avuto il piano aziendale e per questo coinvolgerà i ministeri di riferimento. La presidente, infine, ha annunciato l’incontro con l’azienda per il prossimo 5 maggio, mentre un consigliere di opposizione ha chiesto che sia portato in aula un ordine del giorno

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