Economia e Lavoro

L’Fmi rivede al rialzo la crescita dell’Italia. Lo stato dell’economia nel mondo

Il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le previsioni di crescita economica globale e dell’Italia di quest’anno, mentre ha ridotto le attese sul 2024.
Nel suo aggiornamento al World Economic Outlook, ora il Fmi pronostica una crescita dello 0,6% quest’anno nella Penisola, cui nel 2024 dovrebbe seguire un più 0,9%. Nel caso del 2023 si tratta di 0,8 punti in più rispetto alle precedenti stime, risalenti a ottobre e che soprattutto implicavano una recessione, con il meno 0,2% del Pil italiano. La revisione al rialzo sulla Penisola è la seconda più elevata, assieme a quella della Cina; sul 2024 invece il dato è stato rivisto al ribasso di 0,4 punti percentuali. Va detto poi che lo stato dell’economia globale e meno grave di qualche mese fa. Pur constatando un rallentamento della crescita rispetto al 2022, il Fondo Monetario Internazionale alza le stime di crescita a livello mondiale per il 2023 al +2,9%. Un ritocco al rialzo generalizzato che include anche l’Italia, con il pil del Belpaese atteso crescere quest’anno dello 0,6%, ovvero 0,8 punti percentuali in più rispetto a ottobre. Meglio del previsto anche la Germania, che spunta una crescita dello 0,1% grazie a una revisione pari a +0,4 punti, e la Russia, la cui economia tiene di fronte alla guerra. Peggiora invece la Gran Bretagna, che si rivela fanalino di coda del G7 con un pil in calo dello 0,6%. “Il rialzo dei tassi di interesse da parte delle banche centrali e la guerra in Ucraina continuano a pesare sull’attività economica”, afferma il Fmi, illustrando l’aggiornamento del World Economic Outlook. “Nonostante questo l’outlook è meno cupo rispetto a ottobre”, aggiungono gli esperti di Washington, secondo i quali le strette delle banche mondiali iniziano a raffreddare la domanda e la corsa dei prezzi ma la “battaglia” contro l’inflazione “è lungi dall’essere vinta”. Da qui l’invito alle banche centrali ad andare avanti con i loro “sforzi” per combattere la galoppata dei prezzi che, seppur in rallentamento, restano ancora più elevati rispetto ai livelli pre-pandemia. L’inflazione a livello mondiale è attesa in calo dall’8,8% del 2022 al 6,6% del 2023 e al 4,3% del 2024, con i prezzi nelle economie avanzate che scenderanno al 4,6% quest’anno e al 2,6% nel 2024. Parlando di un’economia più resiliente delle attese, il Fondo non nasconde che i rischi sono comunque orientati al ribasso. Fra questi c’è un possibile stallo della Cina ma anche una escalation della guerra in Ucraina e un’inflazione ostinatamente alta per un periodo prolungato. Uno dei pericoli maggiori – ribadisce il Fmi che da mesi si dice preoccupato al riguardo – è la frammentazione geopolitica. “La guerra in Ucraine e le sanzioni alla Russia stanno dividendo l’economia globale in blocchi e rafforzando le tensioni geopolitiche, come quelle associate alla disputa commerciale fra Stati Uniti e Cina”, mette in evidenza il Fondo spiegando che i costi della frammentazione sono particolarmente alti nel breve termine. Oltre a respingere la frammentazione per il Fmi è necessario, guardando avanti, assicurare la stabilità finanziaria: i rischi – osservano gli espetti – restano elevati così come la volatilità sui mercati.

aggiornamento stime Poi ore 14.13

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