Sabato 8 gennaio è stata eseguita la programmata Tac, dalla quale i consulenti dottori Cavalli e Costantinides hanno desunto un’elevata probabilità che il cadavere della donna sia quello di Liliana Resinovich. La Tac non ha invece rivelato particolari idonei ad orientare le indagini sulla causa della morte, sicché a tal fine sarà necessario attendere l’autopsia, che verrà eseguita domani 11 gennaio”. Così il Procuratore Capo di Trieste, Antonio De Nicolo, in una nota “sul corpo della donna rinvenuta senza vita” lo scorso mercoledì nel parco dell’ex Ospedale Psichiatrico, nel quartiere di San Giovanni. La Resinovich (nella foto con il marito) è scomparsa il 14 dicembre scorso. “Ho paura che alla fine metteranno dentro me, perchè temo di non riuscire a ricostruire quello che ho fatto minuto per minuto nei giorni successivi alla scomparsa di Lilly, e questa cosa mi mette nel panico”.
Così Sebastiano Visintin, marito di Liliana Resinovich, scomparsa il 14 dicembre scorso a Trieste, citato dal Piccolo. Visintin è a conoscenza del fatto che, qualora l’esame autoptico confermi che il cadavere è della Resinovich, e se i dubbi sulla sua morte per omicidio dovessero essere fugati, il suo nome potrebbe essere inserito nel registro degli indagati come atto dovuto. L’uomo ha detto di aver fatto una ricostruzione di tutti i movimenti da lui fatti il 14 dicembre scorso, giorno della scomparsa di sua moglie, “ma adesso parlano anche di momenti successivi, di cose che sarebbero potute succedere giorni e giorni dopo la sua scomparsa e siccome non so quali saranno gli sviluppi”.
La paura, ha proseguito, è quella di “non riuscire a ricordare dei dettagli di quei giorni e delle settimane successive alla scomparsa della mia Lilly”. Sulla vicenda sta indagando la Squadra Mobile, coordinata dalla pm Maddalena Chergia. Nella giornata di sabato, Visintin ha avuto un colloquio con un avvocato del Foro di Gorizia, di cui non ha detto il nome.