Cronaca

L’inchiesta del disastro del Mottarone. Il proprietario dell’impianto dopo le manomissioni: “Cosa vuoi che capiti…”

(Red) E’ orribile il racconto di due degli indagati su quanto si sarebbero detti tra loro i tre arrestati, prima della tragedia e nel merito delle manomissioni dell’impianto frenante della funivia. Il capo servizio, Tadini, avrebbe ammesso le responsabilità di quanto fatto: “Quel che è successo è colpa mia”. Così Tadini alla procuratrice di Verbania, Olimpia Bossi, ha dichiarato: “Ho deciso di far girare la funivia con quei dispositivi sui freni di emergenza e ho dato istruzioni”. Per chi indaga, però, non può aver preso da solo questa decisione: i vertici, è l’ipotesi che ha portato ai fermi, dovevano esserne a conoscenza, sia Luigi Nerini, gestore dell’impianto del Mottarone, sia l’ingegnere Enrico Perocchio, tecnico co-responsabile delle manutenzioni. Intanto, nel corso delle verifiche sul luogo dell’impianto, è stato trovato dai Carabinieri, anche il secondo forchettone, ovvero il principale elemento che ha provocato il disastro.

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