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Lo zio di Saman nega tutto: “Mi hanno incastrato”

Lo zio di Saman Abbas ha negato qualsiasi coinvolgimento con la scomparsa della nipote. Nell’interrogatorio davanti al gip, Danish Hansnain, pakistano 34enne, avrebbe sostenuto di essere stato “incastrato”. Carabinieri e Procura di Reggio Emilia lo accusano di essere invece l’autore materiale dell’omicidio della ragazza, scomparsa dal 30 aprile da Novellara dopo essersi ribellata a un matrimonio combinato. Hasnain, 34 anni,  era stato arrestato il 22 settembre scorso in Francia, in una zona a nord della capitale Parigi: dopo aver trascorso tre mesi in carcere nel paese transalpino, lo scorso 20 gennaio è stato estradato in Italia, arrivando con un volo militare all’aeroporto di Bologna per essere poi trasferito nel carcere di Reggio. Proprio da qui l’uomo si è collegato in videoconferenza con il tribunale per l’interrogatorio davanti al giudice per le indagini preliminari Luca Ramponi (che ha firmato l’ordine di custodia cautelare), al pubblico ministero Laura Galli e al maggiore Maurizio Pallante, comandante del nucleo investigativo dei carabinieri di Reggio. Nelle circa due ore e mezza di interrogatorio Hasnain ha negato ogni addebito, dicendosi estraneo a qualsiasi coinvolgimento nella scomparsa della nipote e sostenendo di essere stato “incastrato”. Nonostante il corpo della diciottenne non sia mai stato ritrovato, gli inquirenti stanno trattando la scomparsa di Saman Abbas come un caso di omicidio: sono convinti che sia stata assassinata da uno o più membri della sua stessa famiglia e che il suo cadavere sia stato successivamente sepolto da qualche parte nella Bassa Reggiana.Sono cinque, al momento, le persone indagate a vario titolo con l’accusa di omicidio premeditato in concorso, sequestro di persona e occultamento di cadavere. Oltre allo stesso Hasnain, ritenuto l’esecutore materiale del delitto, la lista comprende anche i genitori della ragazza, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen (ancora latitanti dopo essere fuggiti in Pakistan all’indomani della scomparsa della figlia, ed entrambi destinatari di un mandato di cattura internazionale), il cugino Nomanhulaq Nomanhulaq (ancora latitante) e un altro cugino, Ijaz Ikram, fermato e arrestato nel mese di giugno del 2021 in Francia mentre tentava di raggiungere la Spagna, e attualmente detenuto nel carcere di Reggio.

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