Covid

L’Oms avverte il mondo: “I rischi da Omicron sono molto alti”. Tre studi identificano la variante come meno pericolosa

Il rischio rappresentato nel mondo dalla variante Omicron del Covid rimane “molto alto”. E’ l’avvertimento dell’Oms, secondo cui “prove affidabili mostrano che Omicron ha un vantaggio di crescita rispetto alla variante Delta, con una capacità di raddoppiare in due o tre giorni”. Secondo Silvio Garattini, decano dei farmacologi italiani e fondatore dell’Istituto Mario Negri, “la via maestra per battere il virus è l’obbligo vaccinale”. Su questa nuova variante ci sono poi tre studi condottiin Inghilterra, in Scozia e in Sudafrica che sostengono che l’infezione portata dalla variante – che in Italia , ad oggi rappresenta il 28 per cento dei casi – provochi una malattia meno grave rispetto a quella delle precedenti varianti di Sars-Cov-2. Questi dati da una parte alimentano la speranza che il virus sia mutato in una forma meno aggressiva, dall’altra suggeriscono che l’aumento di ospedalizzazioni sia causato dalla maggiore trasmissibilità della nuova variante.

Gli studi – secondo quanto descritto dal quotidiano La Stampa -pubblicati tra il 21 e il 22 dicembre, saranno revisionati nei prossimi giorni e hanno coinvolto decine di scienziati dell’Imperial College di Londra, dell’Università di Edimburgo, dell’Università di Cape Town e dell’Istituto nazionale per le malattie trasmissibili del Sudafrica. La ricerca sudafricanaha rilevato che il rischio di ospedalizzazione tra le persone infettate da Omicron è circa il 70 per cento più basso rispetto a quello associato ad altre varianti. Inoltre, una volta ospedalizzati, i pazienti infettati da Omicron sembrano avere meno probabilità di sviluppare forme gravi rispetto a quelli infettati dalla variante Delta. La ricerca condotta in Scozia,confrontando i casi Delta e Omicron di novembre e dicembre, è giunta a risultati simili. Gli scienziati hanno rilevato una riduzione di oltre il 60 per cento del rischio di ospedalizzazione della variante Omicron. Non solo: la ricerca ha mostrato che la terza dose di vaccino, rispetto alla seconda, protegge il 57 per cento in più dalle forme sintomatiche della malattia. Malgrado i dati siano positivi, Mark Woolhouse, professore di malattie infettive presso l’Università di Edimburgo e coautore del nuovo studio, ha frenato l’entusiasmo dicendo che la grande capacità di trasmissione di Omicron rischia comunque di soverchiare gli ospedali molto rapidamente. Infine lo studio inglese ha associato alla variante Omicron una riduzione del rischio di ricovero, ma più contenuto, intorno al 40-45 per cento.Inoltre, sia questo studio sia quello sudafricano hanno scoperto che un’immunità precedentemente acquisita, tramite guarigione, aiuta a rendere i sintomi più lievi.

aggiornamento pandemia Covid del 29 dicembre ore 11.47

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