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Lotta al Parkinson, Gemelli in campo con l’innovazione

 

Effettuato al Policlinico  un intervento di Stimolazione Cerebrale Profonda Parkinson con tutte le tecnologie più avanzate attualmente a disposizione

Dal neuronavigatore, allo stimolatore innovativo, agli elettrocateteri direzionali, al software per la verifica del posizionamento degli elettrodi. Le strumentazioni più all’avanguardia (e più precise di sempre) sono state utilizzate ‘al completo’ per la prima volta in Italia presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, per la terapia chirurgica del Parkinson (Deep Brain Stimulation) su un paziente di 52 anni. Un formidabile en plein di gioielli tecnologici, quelli più all’avanguardia, per una procedura ultraprecisa, mininvasiva e sicura per il paziente.

 Unnuovo traguardo nel trattamento chirurgico del Parkinson è stato raggiunto presso la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS. Per la prima volta in Italia, il dottor Tommaso Tufo, neurochirurgo del Policlinico Gemelli, ha effettuato l’impianto di Percept PC™ con elettrodi direzionali, il neurostimolatore per la terapia di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) sviluppato da Medtronic, utilizzando tutte le tecnologie più avanzate attualmente disponibili. L’intervento, realizzato su un paziente di 52 anni, affetto da Parkinson, rappresenta un ‘first’ nel suo genere. Per la prima volta, infatti, sono state sfruttate tutte insieme le ultime tecnologie di Medtronic: l’imaging intraoperatorio (O-arm), il neurostimolatore Percept PC™, con elettrocateteri direzionali e, a impianto avvenuto, la ricostruzione del posizionamento degli elettrodi, con un software dedicato.  “L’intervento di stimolazione cerebrale profonda (Deep Brain Stimulation, DBS) – spiega il dottor Tufo – è una tecnica da tempo validata (il primo impianto di questo tipo effettuato al Gemelli, che fu anche uno dei primi in Italia, risale al 1996), che trova indicazione nei disturbi del movimento come malattia di Parkinson, tremore essenziale e distonia, quando la terapia medica non abbia dato risultati ottimali o sia gravata da importanti effetti collaterali. Questo trattamento è riservato a pazienti giovani, di età inferiore a 65 anni, che rispondono poco alla terapia medica o che presentino dalla stessa effetti collaterali disabilitanti, come effetti on-off, fluttuazioni motorie, blocchi”. Questi interventi agiscono sui sintomi del Parkinson, ma non lo curano. Consentono però di ottenere una sorta di ‘ringiovanimento’ della malattia; per il paziente è come tornare indietro alle prime fasi del suo Parkinson. È come essere in trattamento con un farmaco ideale ‘H24’, compresa la notte, a dosaggio costante. Il paziente può attendersi un miglioramento dei sintomi motori e si riesce a ridurre la terapia farmacologica. La risposta a questo trattamento ha anche una buona durabilità. “Abbiamo osservato un buon controllo dei sintomi della malattia – ricorda il dottor Tufo – anche nei soggetti sottoposti a questi impianti vent’anni fa, con neurostimolatori di certo molto meno performanti di quelli che utilizziamo oggi”. La DBS consiste nell’impianto di un neurostimolatore, (una sorta di pacemaker del cervello), costituito da un generatore che, come quello del pacemaker cardiaco, viene alloggiato in una tasca cutanea sotto la clavicola, e di un microelettrodo che viene posizionato a livello dei nuclei della base, strutture nervose che si trovano nelle profondità del cervello. Per realizzare questo delicato impianto nel cervello si ricorre a una tecnica neurochirurgica (stereotassica) molto precisa. “Questa tecnica negli ultimi anni si è evoluta – spiega il dottor Tufo – grazie all’impiego di tecnologie e strumentazioni di sala operatoria che consentono di essere mininvasivi e ultra-precisi. Per ‘centrare’ la zona dell’impianto si utilizza un ‘neuronavigatore’ (uno speciale computer di sala operatoria), che guida la mano del neurochirurgo sulle ‘strade’ cerebrali, fino ai nuclei della base, seguendo una sorta di Google map tridimensionale, ricostruita a partire dalle immagini della risonanza magnetica cerebrale del paziente. Grazie al sistema di Imaging 3D Intraoperatorio e al Neuronavigatore Medtronic, la procedura DBS viene eseguita con la tecnica fiducial-less, che evita l’utilizzo del casco stereotassico o delle viti ossee, garantendo però la massima precisione chirurgica e semplificando il flusso della procedura. I neuro-navigatori computerizzati vengono collegati a loro volta ad una specie di TAC intraoperatoria (‘O-arm’) che permette di controllare la posizione degli elettrodi in tempo reale, direttamente in sala operatoria. È un’importante innovazione; in precedenza era necessario, finito l’intervento, spostare il paziente in radiologia per effettuare una TAC di controllo post-operatoria”. Dopo aver impiantato gli elettrodi nelle appropriate zone del cervello, si fanno passare sottocute i cateteri che li collegano algeneratore di impulsi (una ‘batteria’ di pochi centimetri), alloggiato in una tasca sottocutanea, sotto la clavicola. Alcuni di questi generatori sono oggi ricaricabili dall’esterno, possono durare fino a 25 anni e non devono essere sostituiti, come accadeva un tempo. I primi interventi di DBS sono stati fatti a inizio anni ’90; da allora la tecnologia è evoluta in maniera rapidissima, fino agli attuali sofisticatissimi sistemi. “Gli elettrodi utilizzati oggi – prosegue il dottor Tufo -sono direzionali, hanno cioè varie faccette di stimolazione, che consentono di indirizzare la stimolazione in maniera molto precisa. Anche i generatori consentono di effettuare stimolazioni ‘personalizzate’ a seconda del paziente e i più evoluti sono in grado di leggere l’attività cerebrale (sensing), permettendo di modulare la stimolazione in base all’attività cerebrale del paziente (cosiddetto closed loop), grazie ad un software dedicato, che è stato appena rilasciato. Tutto questo riduce molto anche il rischio di effetti indesiderati che si osservano con la stimolazione classica (abbassamento del timbro della voce ed effetti sulla produzione del linguaggio)”. “Questi nuovi strumenti, utilizzati per la prima volta tutti insieme qui al Policlinico Gemelli – sottolinea il professor Alessandro Olivi, direttore della UOC di Neurochirurgia del Gemelli, ordinario di Neurochirurgia all’Università Cattolica – consentono di rendere più preciso, efficace e sicuro questo trattamento. È la prima volta in Italia che viene usato il ‘pacchetto’ completo, grazie all’impegno della Fondazione Policlinico Gemelli che, rispondendo alla nostra richiesta, ha voluto investire in nuove tecnologie e in terapie personalizzate”.  Gli studi effettuati hanno dimostrato che la stimolazione cerebrale profonda eseguita con il sistema Medtronic per terapia DBS è efficace nel controllo del tremore essenziale, della distonia e dei sintomi della malattia di Parkinson che non vengono controllati in maniera adeguata tramite terapia farmacologica. La DBS Medtronic inoltre è approvata per il trattamento dell’epilessia refrattaria. L’innovazione del sensing – sottolinea Antonella Grassi, responsabile della divisione Neuromodulation di Medtronic in Italia – rappresenta un contributo importante allo sviluppo di terapie personalizzate in grado di migliorare la qualità della vita dei pazienti e al passo con l’innovazione tecnologica. Inoltre, la precisione delle rilevazioni e i programmi di visualizzazione collegati a device mobili e computer permettono al medico di verificare nel dettaglio e con facilità tutti i parametri che gli servono per impostare un percorso fatto su misura”.

 

 

 

Informazioni sulla terapia DBS di Medtronic

La terapia DBS è attualmente approvata in molti paesi del mondo, compresi gli Stati Uniti e l’Europa, per il trattamento della malattia di Parkinson di insorgenza più o meno recente, del tremore essenziale, della distonia primaria, dei sintomi invalidanti dell’epilessia e dei disturbi ossessivi compulsivi resistenti al trattamento.

Medtronic è stata la prima azienda negli Stati Uniti a offrire sistemi DBS a compatibilità condizionata alla risonanza magnetica del corpo intero per consentire ai pazienti di sottoporsi a scansioni sicure di qualsiasi parte del corpo in determinate condizioni. Dal 1987, più di 175.000 dispositivi Medtronic DBS sono stati impiantati in tutto il mondo per il trattamento di disturbi motori e di altre indicazioni.

Informazioni su Medtronic

Medtronic plc, con sede principale a Dublino in Irlanda, è una delle più importanti aziende globali di Healthcare Technology, che affronta con coraggio le sfide e i problemi di salute che l’umanità si trova a sostenere, cercando e trovando soluzioni. La Sua Missione consiste nell’alleviare il dolore, ridare la salute e prolungare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Le terapie e soluzioni innovative offerte da Medtronic sono ideate e realizzate da un team globale di oltre 90.000 persone in 150 Paesi e sono in grado di curare oltre 70 patologie, grazie a dispositivi cardiaci, robotica chirurgica, pompe per insulina, strumenti chirurgici, sistemi di monitoraggio del paziente e molti altri strumenti. Contando su molteplici competenze volte a garantire maggiore efficienza del Sistema e migliori esiti clinici, fornisce tecnologie all’avanguardia oltre a un’assistenza basata sulla conoscenza e ad esperienze che mettono le persone sempre al primo posto. Per ulteriori informazioni su Medtronic (NYSE:MDT) clic su www.Medtronic.com e @Medtronic su Twitter e LinkedIn.

 

Informazioni su Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS

Il Policlinico Gemelli nasce il 10 luglio 1964 per volontà dell’Istituto Toniolo di Studi Superiori e dell’Università Cattolica del Sacro Cuore. Sede della facoltà di Medicina e Chirurgia, è uno dei più grandi ospedali non statali d’Europa e luogo in cui “dialogano” didattica, ricerca innovativa, attività di cura e assistenza. Dal 1° agosto 2015, ha assunto la forma giuridica di Fondazione e dal 2018 la qualifica di Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS) per le discipline “Medicina personalizzata” e “Biotecnologie innovative”. Oggi il Gemelli è anche il più grande ospedale oncologico in Italia, con oltre 50.000 pazienti trattati in media ogni anno, e uno dei più importanti centri di ricerca e assistenza a livello europeo. A giugno 2021 il Policlinico Gemelli ha ottenuto il prestigioso accreditamento della Joint Commission International (JCI), uno degli enti certificatori più grandi e prestigiosi al mondo. Inoltre, il Gemelli è il migliore ospedale in Italia e 37° nel mondo secondo la classifica World’s Best Hospital 2022 di “Newsweek”, in collaborazione con Statista Inc.

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