Politica

Meloni all’attacco: “Il parlamento non esiste più. Berlusconi prima scelta per il Quirinale

“L’elezione del presidente della Repubblica è un passaggio estremamente delicato soprattutto in una fase come questa. Noi andiamo verso una legislatura, la prossima, che in assenza di modifiche sostanziali, sarà una legislatura molto complessa: ormai abbiamo un Governo che lavora solo attraverso decreti, che lavora solo con l’apposizione del voto di fiducia, il Parlamento della Repubblica italiana non esiste più“. Così la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, in conferenza stampa.  Meloni prosegue: “Nel prossimo Parlamento oltretutto ci sarà il taglio dei parlamentari e questo comprometterà ancora di più le cose. Fratelli d’Italia intende rilanciare la battaglia presidenzialista. Io credo – aggiunge la presidente di FdI – che a questo punto la grande forma di innovazione che si può dare a questa nazione è un governo che decide, che ha la forza di fare le riforme necessarie sulla base del voto popolare e non governi che continuano a susseguirsi senza che i cittadini possano dire una parola. Io sono d’accordo con un presidente che decide però prima di questo sono d’accordo sul fatto che prima gli italiani decidono il presidente”.

“Questa è una grande questione che vogliamo tornare a porre alla politica italiana – continua Meloni – e finché non si dovesse riuscire a portare a casa questa grandissima riforma, ci serve un presidente della Repubblica che sia molto serio nell’applicazione dei principi costituzionali perché stiamo piano piano scivolando verso un sistema molto diverso da quello attualmente previsto dalla nostra Costituzione”.

Rispondendo a una domanda se in vista dell’elezione del prossimo presidente della Repubblica FdI sosterrebbe la candidatura di Silvio Berlusconi o quella di Mario Draghi, Meloni spiega: “La questione è estremamente seria e io non credo che dobbiamo giocare alle figurine. Leggo oggi sui giornali che sarei sostenitrice di Mario Draghi. Va bene tutto ma ricordo che siamo l’unico partito che non gli ha votato la fiducia al Governo. Poi, ho detto e ribadisco, che se Draghi andasse al Quirinale ragionevolmente si dovrebbe andare a votare, e questo è sicuramente un punto a favore di Mario Draghi”.

Per la leader di Fratelli d’Italia, “Silvio Berlusconi è una persona che abbiamo più volte sostenuto alla presidenza del Consiglio, figuriamoci se FdI non lo sosterrebbe alla presidenza della Repubblica. Dopodiché, la materia è un po’ piu’ complessa anche perché noi sappiamo che c’è un voto segreto e abbiamo visto i pregressi“. Allora, puntualizza Meloni, “diciamo che Fratelli d’Italia lavora soprattutto per avere un presidente della Repubblica che faccia il presidente della Repubblica. Il principio che ha la sinistra che un presidente della Repubblica serve per garantire che il partito stia al governo pure quando perde le elezioni a me non interessa. A me interessa un presidente della Repubblica che non deve essere amico di Giorgia Meloni, deve essere amico della Costituzione italiana“. “Vedremo quali sono le forze in campo – prosegue Meloni -. Berlusconi è ovviamente la nostra prima scelta, una persona che secondo me avrebbe le carte in regola per fare questo lavoro, poi bisogna valutare i numeri, occorre vedere cosa intenda fare Mario Draghi, perché non è peregrino se Draghi intende candidarsi oppure no per questo incarico. La questione deve essere affrontata con una tale serietà che il gioco delle tifoserie secondo me non aiuta”.

Infine, Meloni affronta il tema del reddito di cittadinanza, che è stato confermato dal Governo Draghi nella legge di bilancio ma potrebbe subire alcune modifiche. “Fratelli d’Italia è contraria al reddito di cittadinanza, per noi la soluzione è abolire il reddito di cittadinanza e costruire degli strumenti che consentano di non trattare allo stesso modo il piano dell’assistenzialismo con chi può lavorare e chi non può farlo. Uno Stato giusto non mette sullo stesso piano l’anziano malato e un ragazzo di vent’anni“. Detto ciò, continua Meloni, “a Mario Draghi io ho fatto un’altra proposta: secondo me sarebbe più serio se all’atto di richiesta del reddito di cittadinanza, dopo aver fatto le verifiche che ora non sono state fatte, lo Stato si prendesse tre mesi prima di erogare il reddito, facendo delle proposte di lavoro in quel periodo. Questo sarebbe un modo serio di affrontare la questione. Formalizzeremo la nostra proposta e la manderò per iscritto anche a Draghi”.

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