Politica

  Meloni: “Senza un accordo sul Premier inutile governare insieme”. Tajani: “Serve una squadra, non una donna o un uomo soli al comando”

 

“Se non dovessimo riuscire a metterci d’accordo su questo, non avrebbe senso andare al governo insieme”. Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, risponde così al Tg5 a una domanda sul nodo della premiership all’interno del centrodestra a due mesi dalle elezioni politiche 2022 in programma il 25 settembre. “Confido che si vorranno confermare, anche per ragioni di tempo, regole che nel centrodestra hanno sempre funzionato, che noi abbiamo sempre rispettato e che non si capisce per quale ragione dovrebbero cambiare oggi”, aggiunge. Ci sono i presupposti per una campagna elettorale violentissima? “Penso che lo sarà e che non ci facciamo intimidire. E penso anche che la sinistra abbia bisogno di inventare una macchina del fango contro di noi perché non può dire niente di concreto e di vero. Noi non abbiamo bisogno di inventare una macchina del fango contro di loro perché possiamo banalmente raccontare i disastri che hanno prodotto in Italia negli ultimi 10 anni al governo”. La risposta di Matteo Salvini non si è fatta attendere: “Lasciamo a sinistra litigi e divisioni: per quanto ci riguarda, siamo pronti a ragionare con gli alleati sul programma di governo partendo da tasse, lavoro, immigrazione e ambiente. Chi avrà un voto in più, avrà l’onore e l’onere di indicare il premier“, ha dichiarato il leader della Lega. Poi Tajani per Forza Italia, che gela la Meloni: Sulla premiership del centrodestra “decideranno i leader. Il tema non mi appassiona, la legge elettorale non lo impone e nelle altre elezioni non c’era un candidato unico. L’importante è avere un programma”. Antonio Tajani, vice presidente di Forza Italia, dalle pagine della Stampa affronta il tema più spinoso della sua coalizione e avverte: “Insistere su questo dibattito comporta un rischio: si rischia di oscurare i programmi e fare il gioco della sinistra che ci vuole divisi. Più che la leadership l’importante è avere una classe dirigente seria con esperienza in grado di governare il Paese. Serve una squadra, non un uomo o una donna sola al comando”. A Giorgia Meloni che lamenta gli attacchi dei media esteri dice: “E’ successo in passato con Berlusconi. Si reagisce mostrando serietà e e dimostrando di essere diversi da come si viene dipinti”. Il vicepresidente di FI non risparmia critiche a quelli che hanno lasciato il partito, a partire da Brunetta e Gelmini: “Se non sei d’accordo con la scelta fatta dal partito non è che passi con il nemico. Quelli che hanno lasciato il partito non hanno mai avuto grande fortuna”. Ma sulla Carfagna, che ormai sembra sempre più in uscita, dice: “Mi auguro che Mara resti”.

aggiornamento campagna elettorale e crisi di governo ore 14.25

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