Esteri

Migliaia di arresti in Kazakistan. L’esercito russo a guardia degli obiettivi sensibili

Sarebbero almeno 8mila persone arrestate in una settimana di scontri segnati da una repressione implacabile in Kazakistan. Lo ha annunciato il governo. “Al 10 gennaio sono 7.989 gli individui detenuti da organi del ministero degli Interni”, si legge un comunicato pubblicato sul sito dell’esecutivo. Intanto ad Almaty, la capitale economica del Paese, internet è tornato a essere accessibile dopo giorni di blackout. Nel Paese e nei principali siti sensibili, sono stati dispiegati militari dell’esercito russo, arrivati su richiesta del Governo kazako. I due Paesi, insieme ad alcuni altri stati dell’ex Unione Sovietica e che sono restati nell’orbita del Cremlino, hanno ancora una sorta di ‘Patto di Varsavia’ che consente il reciproco aiuto miltare in caso di aggressione interna o straniera. Da ricordare dell’arresto per’alto tradimento’ del potente capo capo dell’Intelligence, Karim Masimov. Resta difficile capire cosa sia veramente successo in questi giorni, e in particolare come le manifestazioni inizialmente pacifiche contro il forte aumento dei prezzi del Gpl abbiamo portato improvvisamente ad attacchi apparentemente ben organizzati contro i palazzi del potere ad Almaty. E come alla protesta iniziale di giovani e lavoratori per il caroprezzi possano essersi sovrapposte componenti mosse da altre motivazioni. Si parla di estremismo islamico o anche di ambiti dello Stato intenzionati ad eliminare quel che resta del potere di Nursultan Nazarbayev, presidente dall’indipendenza del Kazakhstan e per quasi 30 anni, che nel 2019 ha lasciato il posto a Tokayev rimanendo capo del Consiglio di sicurezza fino a mercoledì scorso, quando è stato destituito proprio da Tokayev. Nazarbayev, che oggi ha 81 anni e vive nella capitale Nur-Sultan, la ex Astana così rinominata in suo onore, non ha dato notizie di sé da quando sono cominciate le violenze. Il suo portavoce ha condannato queste indiscrezioni, definendole “false speculazioni”. L’ ex presidente, assicura, è “in contatto diretto” con il suo successore, attorno al quale invita tutti i kazaki a “stringersi”. Sempre mercoledì è stato rimosso da capo dell’Intelligence Masimov, considerato un fedelissimo di Nazarbayev, che 24 ore dopo è stato arrestato. Qudsta settimana ci si aspetta che Tokayev annunci la formazione di un nuovo governo, dopo avere rimosso nei giorni scorsi quello guidato da Aksar Mamin. Tokayev ha annunciato per l’11 gennaio una giornata di lutto per le vittime degli scontri. Nel frattempo Washington ha autorizzato a lasciare il Paese i dipendenti del suo consolato ad Almaty la cui presenza non sia indispensabile. Intanto, un corrispondente dell’Afp ha constatato che si odono di tanto in tanto colpi d’arma da fuoco sparati in aria da agenti e militari per impedire alla gente di affluire alla piazza centrale dell’ex capitale Almaty.  Una trentina di supermercati ha riaperto i battenti, fanno sapere i media locali, consentendo alla popolazione di fare acquisti dopo giorni di tensione. Continua però il blocco di Internet e del servizio di sms, e l’aeroporto di Almaty dovrebbe rimanere chiuso almeno fino a lunedì ai voli civili.

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