Politica

Migranti, Lamorgese: “I flussi vanno gestiti e sottratti alla propaganda”

“I flussi migratori vanno necessariamente gestiti con uno sforzo corale che dovrebbe sempre essere sottratto alla propaganda”. Lo afferma la ministra dell’Interno Luciana Lamorgese in una intervista a Leggo. “Il fenomeno è complesso e l’approccio corretto per individuare soluzioni adatte a governarlo passa per forza dall’interlocuzione costante con i Paesi di partenza e di transito dei migranti e con l’Unione europea – spiega -. Per questo presto andrò di nuovo in Libia e conto di ritornare in Tunisia anche con la commissaria Ue Johansson. Siamo inoltre impegnati a Bruxelles affinché l’Europa dia finalmente una grande prova di coesione, individuando, nel nuovo Patto Immigrazione e Asilo, un punto di equilibrio tra il principio di responsabilità e una effettiva solidarietà tra i Paesi membri”. “Attualmente, nei centri di accoglienza sono presenti circa 9 mila immigrati in meno rispetto ad un anno fa. Nel 2020, nonostante il blocco dei voli causato per molti mesi dal lockdown, i rimpatri sono stati 3.847. Nei primi tre mesi e mezzo del 2021 le persone rimpatriate sono già 979, di cui 511 in Tunisia. Ed è sempre centrale anche il tema dei ricollocamenti dei richiedenti asilo sul quale continuo ad impegnarmi in sede europea: di recente, ad Atene, abbiamo sottoscritto con gli altri Paesi mediterranei del Forum Med5 – Grecia, Cipro, Malta e Spagna – un documento comune per chiedere alla commissione Ue di prevedere meccanismi operativi di solidarietà sulla base delle Intese definite a Malta. Quegli accordi, del mese di settembre del 2019, avevano prodotto immediati effetti positivi anche se poi i trasferimenti nei Paesi europei sono stati sospesi a causa della pandemia. Sui ricollocamenti dei richiedenti asilo sbarcati sulle nostre coste non possiamo attendere i tempi lunghi della trattativa sul nuovo Patto europeo Immigrazione e Asilo” ha sottolineato. “La percezione del fenomeno migratorio è legata all’intensità della polemica politica e già da parecchi mesi, anche prima che scoppiasse la pandemia, alcuni sondaggi hanno evidenziato che le preoccupazioni degli italiani sono altre. Il ministero dell’Interno è impegnato tutti i giorni per evitare che le comunità locali più esposte ai flussi migratori siano penalizzate da una pressione eccessiva, soprattutto ora che la situazione è resa più complicata dalla diffusione del virus” ha concluso Lamorgese.

Related posts

Schlein: “Contro le mafie serve uno sforzo in più del Governo”

Redazione Ore 12

Nasce l’Osservatorio di Trieste, una porta aperta per il dialogo tra le diplomazie internazionali “Una porta e un porto aperto, base naturale e ideale condizione giuridica preposta ad accogliere il dialogo tra le diplomazie mondiali” Nasce con la formale costituzione l’Osservatorio Libero di Trieste. A presiedere il nuovo organismo Giorgio Deschi, triestino, esperto di materia geopolitica e forte conoscitore della materia del Trattato di Pace di Parigi del 1947, già osservatore alle elezioni politiche che si sono tenute nella Federazione Russa nel settembre 2023 A norma dell’articolo 3 dello Statuto approvato contestualmente all’atto costitutivo “l’Osservatorio Libero di Trieste, con sede a Trieste, si fonda e opera in osservanza delle leggi superiori del diritto internazionale”. Si indicano in particolare quali riferimenti normativi la Risoluzione 16 del Consiglio di Sicurezza dell’Organizzazione delle Nazioni Unite-ONU del 10 gennaio 1947, il Trattato di Pace di Parigi del 10 febbraio 1947 con gli articoli 4, 21 e 22 ed in seguito all’allegato VI determinano “ius cogens” ogni aspetto dell’esistenza del Territorio Libero di Trieste così come recepito anche dallo Stato italiano con il decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato il 28 novembre 1947 – legge 1430 ed in seguito ratificato nella legge italiana 3054/52 del 25 novembre 1952. Lo scopo statutario dell’Osservatorio Libero di Trieste, che ha sede anche a Mosca, è informare, promuovere e realizzare concordemente agli interessi specifici politici ed economici dei popoli di tutte le nazioni firmatarie del Trattato di Pace di Parigi del 1947 quanto previsto dalle leggi internazionali vigenti ed in primis garantire contestualmente ed equamente gli interessi fin qui acquisiti dei tre Paesi amministratori delle zone A e B del Territorio Libero di Trieste: Rispettivamente la Repubblica Italiana, la Repubblica di Slovenia e la Repubblica di Croazia. L’Osservatorio Libero di Trieste si qualifica inoltre come “una porta e un porto aperto, base naturale e ideale condizione giuridica preposta ad accogliere il dialogo tra le diplomazie mondiali per la realizzazione in seno al riconosciuto superiore vigente diritto internazionale, dell’allargamento dei benefici derivanti dallo statuto permanente del Territorio Libero di Trieste e del suo Porto Libero Internazionale ai Paesi in via di sviluppo, in via di riconoscimento, non riconosciuti o riconosciuti parzialmente”. L’Osservatorio Libero di Trieste indica il Territorio Libero di Trieste come deputato ad essere incontro di culture, promotore di pace, modello di sviluppo sociale al servizio dei popoli, culture e nazioni nel pieno rispetto delle aspirazioni e degli interessi di tutte le parti. Tutto nel rispetto del principio “pacta sunt servanda”. Per il presidente Giorgio Deschi “l’Osservatorio Libero di Trieste nasce qui dove mondo latino slavo e germanico si uniscono in triplice abbraccio a richiamare l’attenzione del Consiglio di Sicurezza Onu e dei suoi cinque membri permanenti al dialogo nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite di cui questo territorio e “figlio” ancora in essere per il diritto internazionale dal 1947 ed è ancora oggi formula perfetta per la creazione al centro dell’Europa “Euromediterranea” di una piattaforma ideale e modello innovativo per la risoluzione pacifica dei conflitti in atto, la creazione di un centro a disposizione della diplomazia di tutte le Nazioni per la discussione degli futuri assetti geopolitici”.

Redazione Ore 12

  IL GRAFFIO – La tecnica ed il ritorno alle scienze umanistiche. Come ridisegnare il nostro tempo

Redazione Ore 12