Imprese e Sindacato

Multe stratosferiche (30mila euro ad addetto) per le aziende che delocalizzano

Il governo è a lavoro su vari fronti. Da una parte si cerca di fronteggiare l’emergenza Coronavirus e dall’altra c’è da intervenire sulla crisi economica che la pandemia ha provocato. I ministri del Lavoro Orlando e dello Sviluppo Economico Giorgetti, su questo fronte hanno raggiunto un’intesa per sanzionare le aziende che delocalizzano. Il testo – si legge su Repubblica – è sul tavolo del premier, Mario Draghi, che ora dovrà decidere se dargli la forma di decreto o di emendamento ad altre norme. Magari apportando qualche ulteriore modifica. I ministri hanno prodotto un articolato condiviso. Le ultime novità riguardano il versante relativo alle sanzioni per le aziende inadempienti: le ipotesi di multe parametrate sul fatturato (si era parlato di quote fino al 2%) e di lista nera, la soluzione adottata dovrebbe essere quella di una sanzione commisurata al numero di lavoratori coinvolti dalla chiusura. Si tratterebbe – prosegue Repubblica – di una cifra tra i 20 mila e i 30 mila euro moltiplicata per il totale degli addetti dello stabilimento. Le norme riguarderanno aziende con almeno 250 dipendenti che, si legge in una delle ultime bozze del provvedimento, «intendano procedere alla chiusura di un sito produttivo situato nel territorio nazionale con cessazione definitiva dell’attività, per ragioni non determinate da squilibrio patrimoniale o economico-finanziario che ne renda probabile la crisi o l’insolvenza». Insomma, la fattispecie di vicende come la chiusura della Whirlpool di Napoli o della Gkn di Campi Bisenzio, o di altre multinazionali che chiudono stabilimenti in Italia e trasferiscono la stessa attività altrove. Magari dopo aver usufruito per anni di contributi pubblici.

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