Esteri

Negli Usa si studiano caccia da combattimento senza pilota

LongShot cerca di sviluppare un UAV (Unmanned aerial vehicle) che viene lanciato da un aereo, come un missile, ma con la capacità di dispiegare molte delle proprie armi aria-aria.
Ce lo spiega John Keller per Military&Aerospace (pubblicazione specializzata on line) citando le più recenti ricerche della Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA LongShot).
“Sparare armi da veicoli aerei senza pilota (UAV) è un argomento relativamente nuovo e un po delicato. I leader militari statunitensi in genere sono a disagio nel consentire ai sistemi autonomi di sparare missili o proiettili senza un essere umano nel circuito che alla fine prende la decisione di sparare” scrive Keller. Infatti il problema riguarda la presenza umana nel combattimento, perché ad oggi, i leader militari vogliono che siano gli umani – non le macchine – a prendano decisioni di vita o di morte.
Tuttavia, secondo Keller “non è chiaro per quanto tempo questo requisito umano-in-the-loop possa rimanere in vigore, data la velocità e la ferocia che la tecnologia moderna porta sul campo di battaglia”. Infatti in attesa che un umano prenda la decisione di fare fuoco o meno si potrebbe andare fuori tempo massimo o attivare difese elettroniche o armi nemiche sbucate dal nulla. In altre parole, e decisioni cruciali critiche per la vita potrebbero arrivare troppo tardi.
Non è una violazione diretta della dottrina dell’uomo in movimento, collocare armi su veicoli senza pilota. Il Reaper UAV, ad esempio, trasporta la bomba a guida laser GBU-12 Paveway II, il missile aria-terra AGM-114 Hellfire II, il missile aria-aria AIM-9 Sidewinder e il giunto GBU-38 Munizioni per attacco diretto (JDAM).
Possono essere messe in atto misure di sicurezza per impedire alla macchina stessa di premere il grilletto, ma il lancio di armi da sistemi senza pilota in cui non c’è effettivamente nessun essere umano lì per mettere gli occhi su procedure e risultati, è un passo molto lontano da questa dottrina “umanitaria” e un altro passo verso il mettere la guerra nelle mani delle macchine.
Keller rivela quindi un altro sviluppo con il progetto LongShot della US Defense Advanced Research Projects Agency (DARPA), che cerca di sviluppare un UAV che viene lanciato da un aereo, come un missile, ma con la capacità di schierare molte delle proprie armi aria-aria . L’idea è di estendere le gamme di ingaggio degli aerei oltre la portata delle armi nemiche per ridurre i rischi per gli aerei con equipaggio.
Le tre società che lavorano alla prima fase del progetto LongShot sono General Atomics Aeronautical Systems Inc. a Poway, in California; Northrop Grumman Corp. a Falls Church, Virginia; e Lockheed Martin Corp. a Bethesda, Md
L’aereo LongShot, essenzialmente, sarà un cacciabombardiere a reazione senza pilota con missili attaccati a punti di fissaggio sotto le ali, sulla fusoliera o possibilmente di armi collocate all’interno del veicolo, non visibili. interne per una maggiore furtività.
La superiorità aerea militare, prosegue l’artcolo “oggi si basa su aerei da combattimento con equipaggio addestrato per fornire una capacità contro-aerea penetrante con armi efficaci, affermano i funzionari della DARPA.
Il LongShot consentirà agli aerei pilotati di sparare con l’UAV da distanze di stallo lontano dalle minacce nemiche e nel frattempo, potrà volare più vicino ai bersagli nemici per aumentare la precisione, mantenendo i piloti umani lontani dal pericolo.
Nelle fasi successive del programma, il progetto LongShot prevede la costruzione di un sistema dimostrativo pilotabile su larga scala con lancio aereo in grado di controllare il volo, prima, durante e dopo aver sparato con le sue armi.
Nel caso dell’’UAV LongShot porterebbe un essere umano fuori dal giro nel prendere la decisione se sparare o meno con le armi? Probabilmente no, almeno nelle sue fasi iniziali. “Oppure questo tipo di velivolo senza pilota ci avvicina a un giorno in cui l’automazione e l’apprendimento delle macchine assumono un ruolo più importante nelle decisioni cruciali sul campo di battaglia? Forse si”.
Oggi la tecnologia di intelligenza artificiale (AI) non raggiunge ancora tutte le capacità (il pensiero) della intelligenza umana, ma ci si avvicina sempre più. Le unità di elaborazione grafica general-purpose (GPGPU) sempre più potenti stanno rendendo oggi l’elaborazione parallela integrata delle velocità dei supercomputer una realtà. E che dire della nuova frontiera dell’informatica quantistica in fase di sviluppo in questo momento?
“Data la probabilità che la tecnologia AI diventerà più potente e affidabile nel prossimo futuro, lasciare che le macchine facciano il combattimento molto probabilmente sarà una tentazione troppo grande per essere ignorata” conclude Keller.

Related posts

Città del Messico, crolla un ponte della sopraelevata ferroviaria, decine le vittime e i feriti

Redazione Ore 12

Usa, senza mascherina fa rientrare a terra l’aereo. Multato per 25mila dollari

Redazione Ore 12

Monito della von der Leyen ai Paesi Ue: “Non si torni al carbone per sostituire il gas”

Redazione Ore 12