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Nuove tecnologie per la salvaguardia del mare, la sfida parte da Trieste

La seconda giornata della tavola rotonda online del progetto “InnovaMare ‘Blue technology – Developing innovative technologies for sustainability of Adriatic Sea’”, realizzata da Unioncamere Veneto, ha messo in primo piano l’utilizzo della robotica e della tecnologia applicate alla protezione del Mar Adriatico contro l’inquinamento marino.

Ivana Palunko, dell’Università di Dubrovnik, ha parlato lungamente delle pratiche di acquacoltura realizzate a Dubrovnik, luogo importante dal punto di vista della fauna marina, in quanto pieno di molluschi ed ostriche, per il cui sostentamento sono essenziali specie di plankton e di microorganismi fragili, per la cui sopravvivenza la robotica potrebbe giocare un ruolo fondamentale, in quanto potrebbero pulire i fondali del porto della città. Una soluzione innovativa sembra essere quella delle boe smart netH20 di Elements Works mostrata da Michele Grassi.

Il monitoraggio che risulta da questo tipo di tecnologie è quello dei fondali marini e del loro inquinamento in maniera totalmente autonoma, senza bisogno di personale umano, anche nelle profondità più recondite, facendo luce sull’effettivo stato di pulizia delle acque. Un qualcosa che si è potuto già osservare nel progetto FishAgroTech nel contesto del Golfo di Trieste.

L’utilizzo della robotica nell’ispezione e manutenzione di piattaforme offshore è ciò su cui si è invece basato l’intervento di Marco Bibuli del Cnr, mostrando come i veicoli marini autonomi dotati di manipolatori robotici potessero essere utili nelle attività di monitoraggio, raccolta dati e intervento.

Gestione autonoma delle operazioni, accesso remoto agli asset e ai dati ed incremento delle capacità d’interventosono stati i soggetti di numerose ricerche, come quelle riguardanti una tecnologia atta al monitoraggio d’infrastrutture marine presentata da Stefano Gelli di Leonardo, che permette di elaborare soluzioni ai problemi rilevati.

Il Crobohub Robotics Digital Innovation Hub della Croazia, l’Università delle Scienze e della Tecnologia della Norvegia, l’Enter Espoo Oy della Finlandia, il Medis Dih della Puglia ed il Blueair project dell’Area Science Park di Trieste sono inoltre centri di lavoro e di ricerca in ambito europeo di cui si è parlato nella seconda parte della giornata.

Alla fine della giornata è stato discusso di come il Mar Adriatico sia un nuovo punto di sfida per la robotica e la tecnologia, da salvaguardare dall’inquinamento diffuso.

Foto InnovaMare Project – Interreg Italy-Croatia

AGC GreenCom

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