Economia e Lavoro

Nuovi mutui, Banca d’Italia calcola il rialzo dei tassi, siamo al 3,23%

di Chiara Napoleoni

C’è il balzo in avanti dei tassi sui nuovi mutui alle famiglie a ottobre, a seguito delle decisioni della Bce. Basta vedere le tabelle della Banca d’Italia, che segnala come i tassi di interesse sui prestiti erogati nel mese alle famiglie per l’acquisto di abitazioni comprensivi delle spese accessorie (Tasso Annuale Effettivo Globale, Taeg) si sono collocati al 3,23 per cento (2,65 in settembre), mentre quelli sulle nuove erogazioni di credito al consumo all’8,94 per cento (8,83 nel mese precedente). I tassi passivi sul complesso dei depositi in essere sono stati pari allo 0,37 per cento (0,34 nel mese precedente). E frenata, a ottobre, dei depositi delle banche italiane. Quelli al settore privato sono calati dello 0,1% rispetto allo stesso periodo del 2021 a 2.026 miliardi di euro. Erano 2.027 a settembre (+2,1%). I prestiti al settore privato sono cresciuti del 3,4 per cento sui dodici mesi (4,0 nel mese precedente). I prestiti alle famiglie sono aumentati del 4,0 per cento sui dodici mesi (4,2 nel mese precedente). Banca d’Italia, nel suo portale, informa i consumatori: I tassi BCE influenzano direttamente le rate dei mutui a tasso variabile quando il tasso è per contratto espressamente collegato (“indicizzato”) ai tassi Bce: quando questi ultimi crescono, aumenta il costo del mutuo e quindi cresce l’importo della rata, sia per i mutui già in essere sia per quelli da stipulare. Consideriamo ad esempio un mutuo di 100.000 euro a 20 anni indicizzato al tasso di rifinanziamento principale della BCE più uno spread dell’1,5 per cento. Dalla fine di luglio ad oggi, con l’aumento di questo tasso BCE da 0 a 2 per cento, il tasso sul mutuo è passato dall’1,5 al 3,5 per cento e la rata è aumentata da 482 a 580 euro (tavola). Il discorso praticamente non cambia per i più diffusi mutui a tasso variabile indicizzati ai tassi di mercato, ad esempio i tassi Euribor. Infatti i tassi di interesse di mercato – che rappresentano “i prezzi” ai quali banche, assicurazioni, fondi pensione, ecc., prestano e prendono in prestito il denaro – seguono e spesso anticipano l’andamento dei tassi della BCE.  Per un mutuo a tasso fisso che hai già, non cambia nulla. Quando lo hai sottoscritto hai pagato molto probabilmente un tasso più elevato di quello variabile, una specie di assicurazione, proprio per coprirti dal rischio di un aumento dei tassi di interesse. Se invece il mutuo a tasso fisso lo devi ancora fare, adesso è diventato più costoso rispetto a qualche mese fa perché anche i tassi fissati per tutta la durata del contratto dipendono dai tassi di mercato al momento dell’offerta (soprattutto dai tassi IRS).  L’ Osservatorio Nazionale Federconsumatori aveva già calcolato con il precedente rialzo dei tassi operato dalla Bce, per i mutui a tasso variabile, un aumento della rata di +59,45 euro al mese, ovvero +713,38 euro annui (prendendo in considerazione un mutuo a tasso variabile dell’importo di 115.000 euro per la durata di 25 anni). Oggi tale situazione peggiora ulteriormente: considerando la stessa tipologia di mutuo, la rata, da settembre a novembre 2022, aumenta di ben +188,72 euro. Un aggravio insostenibile per molte famiglie, che si somma ai rincari a cui devono far fronte sul piano dell’energia e dei prezzi dei beni e dei servizi. È urgente che il Governo prenda provvedimenti tempestivi per fronteggiare una situazione che rischia di diventare “esplosiva”. Prima di tutto è necessario che, insieme a Banca d’Italia, vigili attentamente sull’andamento dei tassi applicati sui mutui, affinché, oltre ai “normali” aumenti, non si aggiungano fenomeni speculativi da parte degli istituti di credito. Inoltre, è indispensabile, in una fase delicata e complessa come quella attuale, prevedere un ampliamento della platea del fondo di solidarietà per i mutui sulla prima casa c.d. Gasparrini e disporre la proroga della possibilità di sospendere le rate del mutuo per l’acquisto della prima casa (fondo Consap) che, salvo proroghe, scadrà a fine anno, congiuntamente al rinnovo degli accordi Assofin e ABI, che avevano aiutato i cittadini in difficoltà con il pagamento delle rate nel periodo Covid. In un momento così difficile per le famiglie, tutti i cittadini, anche coloro che non dovessero rientrare nella platea di beneficiari dei fondi in essere, potrebbero riscontrare serie difficoltà nel pagamento delle rate: ecco perché il Governo dovrebbe pensare anche a loro, estendendo in tal senso le agevolazioni. Inoltre, sarebbe utile che tutti gli istituti di credito adottassero, come già alcuni hanno fatto, delle iniziative per venire incontro alle famiglie che hanno difficoltà a pagare mutui e prestiti. È opportuno, poi, apportare alcuni correttivi alle agevolazioni disponibili: per quanto riguarda il fondo Consap per gli under 36, molti ci segnalano che gli istituti di credito, oltre a non concedere mutui a tasso fisso, chiedono ulteriori garanzie rispetto a quanto previsto dalla norma, a nostro avviso del tutto illegittime e vessatorie. Ancor più preoccupante ciò che avviene in merito al ricalcolo degli interessi sulle quote di mutuo differite per la sospensione delle rate (ad esempio per il fondo Gasparrini, per le agevolazioni del periodo Covid o per i terremoti) che anziché essere limitato alla quota di capitale sospeso, viene ricalcolato sull’intero valore del mutuo residuo. Questo rischia di tradursi in una vera e propria trappola per i cittadini, che si trovano a pagare a caro prezzo tali sospensioni.

Related posts

Produrre e-fuel dall’anidride carbonica: il progetto Italiano di MethaNet

Redazione Ore 12

  Fondo vittime amianto, Pastorino: “Bene l’impegno del ministro Calderone dopo mia interrogazione”

Redazione Ore 12

Stipendi divorati dagli interessi. Allarme della Federazione Bancari: “Il peso delle rate sui prestiti sale al 10,5% del reddito”

Redazione Ore 12