L’impatto del Covid sui paesi Ue è stato come un meteorite che si è abbattuto su sistemi sanitari già messi a dura prova da insufficienze e arretratezze. La spesa sanitaria è necessariamente aumentata, ma l’Italia è rimasta ancora sotto la media europea. E’ quanto emerge dal rapporto annuale Ocse sulla Sanità, diffuso a Parigi. Il Covid si è abbattuto come uno tsunami sui sistemi sanitari europei, che sono stati messi a durissima prova ma hanno resistito. Su diversi punti e con intensità diversa, i sistemi sanitari dei 27 paesi Ue hanno sofferto, pagando soprattutto difetti e insufficienze preesistenti la pandemia, quali l’invecchiamento della popolazione, un naturale e comune aumento delle spese sanitarie e l’insufficienza del personale medico, compresi gli infermieri. Quanto all’Italia, il dato emergente è che la spesa per la Sanità rispetto al PIL continua ad essere fra le più basse, nettamente al di sotto della media europea e lontana da Germania e Francia. Prendendo in esame il 2020, l’anno di maggior impatto del Covid, la spesa sanitaria pubblica e privata dei paesi europei è aumentata di oltre il 5% data la contingenza della pandemia, con un picco di oltre il 10% registrato in Bulgaria, Repubblica Ceca e Ungheria. L’Italia risulta la 10/a per investimento nella sanità, con una percentuale sul PIL del 9,6%, contro una media UE del 10,9%. A tenere in alto questo valore è soprattutto la Germania, quella che spende di più per la salute dei cittadini rispetto a quanto produce, il 12,8%, seguita dalla Francia (12,2%) e poi da Svezia e Austria con l’11,5%. In cifre, in Italia si sono spesi 550 euro in meno procapite rispetto alla media europea, in numeri assoluti 2.609 euro a testa contro le 3.159 della media UE. In Germania la spesa ha toccato i 4.831 euro, in Francia 3.807.
aggiornamento Covid ore 14.19