Roma Capitale

Omicidio di Desiree Mariottini, motivazioni della sentenza shock: “Una violenza dolorosissima”

“Solo una condizione di totale obnubilamento, associata all’effetto analgesico, sedativo ed antidolorifico secondario che il mix di sostanze le provocò, spiegano come la giovane abbia potuto resistere ad una tale forma di dolorosissima violenza, senza alcuna reazione apparente e senza neppure sottrarvisi: tanto più che si trattava della prima esperienza sessuale completa”. Così si legge in un passo delle motivazioni della sentenza che ha condannato, lo scorso 19 giugno, quattro cittadini di origine africana per l’omicidio di Desiree Mariottini, avvenuto il 19 ottobre 2018.
Nel documento di 281 pagine i giudici ripercorrono tutta la vicenda della ragazza, che aveva 16 anni e venne trovata senza vita in uno stabile abbandonato di via dei Lucani, nel quartiere di San Lorenzo. Morì dopo aver preso droghe ed esser stata più volte oggetto di violenza. L’ergastolo è stato comminato a Mamadou Gara e Yusef Salia. La pena di 24 anni e mezzo è stata data a Brian Minteh. Alinno Chima ha avuto 27 anni. Le accuse nei loro confronti vanno, a seconda delle singole posizioni, dall’omicidio volontario, violenza sessuale aggravata e cessione di sostanza stupefacente.

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