Economia e Lavoro

Pensioni, si fa largo ‘Opzione Uomo’. Via dal lavoro con penalizzazione anche a 58-59 anni con la barriera però dei 35 anni di contributi

 

Con la scadenza di Quota 102, Opzione Donna e Ape Sociale sempre più vicina (in tutti e tre i casi la data limite è attualmente fissata al 31 dicembre 2022), Giorgia Meloni sta valutando una nuova soluzione per evitare, in assenza di proroghe, al ritorno dei requisiti Fornero (67 anni di vecchiaia con 20 di contributi oppure 42 anni e 10 mesi di contributi a prescindere dall’età, con un anno in meno per le donne). Opzione Tutti, oppure Opzione Uomo che dir si voglia, vedrebbe un ricalcolo dell’assegno mensile totalmente col sistema contributivo ed ad uscire dal mondo del lavoro potrebbero essere i cittadini con  58-59 anni di età che abbiano però maturato 35 anni di contributi. La riforma sarebbe impostata in tutto e per tutto sulla struttura di Opzione Donna, una flessibilità sostenibile per i conti pubblici. Tornare al contributivo significa, in parole povere, tornare al meccanismo in cui ciascuno riceve da pensionato quel che ha versato nella sua vita lavorativa. Nel 2022 l’85% circa dei pensionati è nel sistema misto: una quota retributiva sempre più piccola maturata fino al 1995 e poi tutto contributivo. Questo si traduce in un assegno per il 65% calcolato secondo il metodo contributivo, senza prendere in considerazione dunque gli ultimi stipendi. Il taglio diventa sempre più “leggero” anno dopo anno. Il vantaggio di Opzione Tutti è quello di dare una libertà di scelta: via dal lavoro quando si vuole, ma si riceve quanto versato: il peso sui conti pubblici è solo come anticipo di cassa e non come spesa viva.

Il meccanismo darebbe, quindi, la possibilità di andare in pensione prima anche agli uomini, ma con una sensibile riduzione dell’assegno che, stando alle simulazioni fatte per ‘La Repubblica’ da ‘smileconomy’, potrebbe oscillare tra il 13% e il 31% dell’assegno, a seconda dei casi. Quella di “Opzione Uomo” non è l’unica ipotesi presa in considerazione dal centrodestra per il sistema pensionistico italiano. La Lega aveva proposto, infatti, la cosiddetta Quota 41, una soluzione che permetterebbe di andare in pensione a chi ha almeno 41 anni di contribuiti, ma misura, secondo i calcoli fatti dagli analisti sarebbe insostenibile per il sistema previdenziale e quindi non potrebbe essere attuata. Quello che è certo è che il nuovo Governo, entro il 31 dicembre dovrà prendere una decisione, altrimenti, di fatto e senza altre vie di fuga, tornerà la Fornero con i suoi 67 anni di età scritti nella pietra.

Red. Eco.

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