Roma Capitale

Poteri di Roma Capitale, dibattito rovente tra le forze politiche, ma tutti li vogliono ampliare

E’ rovente il dibattito politico sui poteri da assegnare per legge a Roma Capitale, tanti gli interventi nel corso del dibattito alla Camera dei deputati proprio nel merito dell’iter legislativo sui poteri pe Roma Capitale e non tutti sono tra loro compatibili da registrare l’intervento del deputato del M5S, Francesco Silvestri: “Con questa proposta di legge costituzionale per la modifica dell’ordinamento e dei poteri della Città di Roma, si conferiscono maggiori poteri decisionali al primo cittadino della Capitale, escludendo giustamente la tutela della salute, che deve rimanere appannaggio dello Stato. Finalmente si va verso l’approvazione di uno statuto speciale adottato da Roma Capitale, affinché a Roma venga riconosciuta la sua unicità amministrativa”.  “Sono orgoglioso – prosegue – che proprio il Movimento 5 stelle si sia speso dal primo anno di questa legislatura coinvolgendo gli altri gruppi di maggioranza nel mettere sempre al centro il necessario potenziamento della Capitale d’Italia al fine di valorizzarne il ruolo centrale per la vita delle istituzioni italiane. Pertanto auspico che presto si prosegua con l’iter anche della proposta di legge ordinaria di cui sono primo firmatario, che prevede la possibilità per la città capitolina di accedere direttamente ai fondi con cui si amministrano settori fondamentali come per esempio il trasporto pubblico locale e la partecipazione diretta e costante ai Tavoli che riguardano importanti tematiche come quella sui rifiuti, con un rapporto costante e istituzionalizzato tra Governo e Roma capitale. Solo in questo modo si potrà fornire il Paese, e soprattutto la Capitale, di un quadro organico di modifica dell’ordinamento della città di Roma, che inizia ora con l’approvazione di questa riforma Costituzionale”, conclude. Poi Forza Italia con la sua parlamentare Maria Spena: “Roma Capitale, ma per davvero. La proposta di legge costituzionale arrivata oggi in Aula modifica l’articolo 114 della Costituzione, provvedendo ad attribuire a Roma particolari forme e condizioni di autonomia normativa, amministrativa e finanziaria, oltreché la potestà legislativa nelle materie di competenza concorrente e residuale delle Regioni, fatta eccezione per la Sanità. Un provvedimento che proietta Roma nella dimensione internazionale che merita, avvicinandola al modello vincente di città come Londra, Parigi e Berlino. La riforma fortemente voluta da Forza Italia, nata dalla pdl del nostro capogruppo Barelli e di cui è relatrice la collega Annagrazia Calabria, consentirà il non più rinviabile decentramento delle funzioni amministrative in favore degli attuali municipi e permetterà alla nostra città di non arrivare impreparata alla sfida organizzativa del Giubileo 2025”. Da registrare l’intervento sempre in Aula dell’altra Azzurra Calabria: “Senza infingimenti, definisco questa riforma come ‘epocale’: il Parlamento ha la possibilità di dare vita ad una nuova fondazione di Roma, ricostruendola su nuove e più solide fondamenta giuridiche, legislative e amministrative. Possiamo dotare la Capitale di un’architettura amministrativa e di poteri tali da porla finalmente in condizione di rendere efficiente la propria azione, adeguandola alla sua specifica realtà demografica, economica, sociale e mettendola in grado di competere alla pari con le altre capitali occidentali”.

“Saranno molti gli aspetti della città che potranno cambiare – ha proseguito -. Le materie devolvibili sono, infatti, molte e capaci di incidere direttamente sulla vita quotidiana dei cittadini: dall’edilizia residenziale pubblica alla formazione professionale, dalle politiche commerciali a quelle per il turismo, senza dimenticare il nodo dei trasporti e la valorizzazione dei beni culturali. L’architettura delle fonti della riforma che abbiamo stabilito in Commissione, inoltre, vede la legge dello Stato disciplinare l’ordinamento di Roma e lo statuto capitolino selezionare le materie: è il frutto della necessità di assicurare il ruolo e le prerogative di tutte le istituzioni coinvolte, nel presupposto che Roma assolve funzioni di rilievo nazionale per tutti gli italiani. Questa architettura presuppone che necessariamente lo Stato e Roma dovranno procedere su due binari paralleli, in costante raccordo e in leale collaborazione. Sappiamo bene che il tempo non gioca a nostro favore – ha concluso -, ma con uno slancio di responsabilità da parte di tutte le forze politiche, approvare la riforma entro la fine della legislatura è possibile. E’ un’occasione attesa da troppo tempo e che non possiamo perdere, perché se non riparte Roma, non riparte l’Italia”. Poi il Vicepresidente della Camera e parlamentare romano di Fratelli d’Italia, Fabio Rampelli:  “In questi giorni nel dibattito su Roma Capitale abbiamo assistito a una serie di lezioni di Storia dell’arte, della serie ‘piccoli Arganini crescono…’. Molti colleghi ci hanno spiegato il patrimonio culturale, artistico e archeologico di Roma, li ringraziamo, per poi passare alla statistica: superficie, abitanti, chilometri di strade, ettari di verde, eccetera. È stato il momento dei piccoli statistici in erba. Quindi siamo passati alla geografia, latitudine, clima, fiumi, mari, laghi, montagne, Stati e ambasciate, usanze. Tante chiacchiere, tanti numeri, nessuna strategia, nessuno che abbia provato dal dopoguerra a oggi a immaginare un ruolo universale per Roma e a ritagliargli addosso un abito costituzionale”. “Nessuno – ha ricordato Rampelli- tranne un socialista, milanese, che si chiamava Bettino Craxi. Per decenni ci siamo ritrovati con accuse d’infamia su Roma, mentre la capitale aveva e ha un residuo fiscale e oggi chi ha profferito quelle parole contro Roma non trova il modo per fare autocritica. Per anni abbiamo assistito al derby tra Roma e Milano, Torino, Bologna, Napoli perdendo invece l’orizzonte di una competizione con Berlino, Londra, Parigi. “Roma è un laboratorio -ha specificato- non un museo, non bisogna metterla in naftalina. È una città viva, aveva una Borsa titoli, era la sede di tre banche del territorio che poi fuse hanno creato l’Unicredit (che ha sciaguratamente lasciato la Capitale). Ha un polo tecnologico realizzato con tanti sacrifici che non decolla perché le attività industriali vanno altrove. È la città del cinema, da cui appunto Cinecittà che le è valso il titolo Unesco di città creativa per l’industria cinematografica. Roma ha il patrimonio artistico maggiore visitato da tutto il mondo ma paradossalmente non guadagna niente da questa ricchezza. Chi introita i proventi di Roma? Il ministero dei Beni Culturali e i privati, come Coop Culture che dal 1997 gestisce il Colosseo. “Questa riforma- ha concluso Rampelli- nasce dal nostro ordine del giorno approvato all’unanimità nel dicembre del 2020. Quindi vi ringraziamo. Ma se questa proposta di legge non verrà approvata con l’aggiunta delle proposte qualificanti da noi avanzate – e dubito che possa esserlo visto che ha dei tempi particolarmente lunghi – si deve sapere che la responsabilità è tutta del Pd e dei 5 Stelle che, pur avendo governato tutte le filiere amministrative, hanno aspettato la fine della legislatura per portare in aula la legge su Roma Capitale. Giusto per farci un po’ di propaganda”.

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