Economia e Lavoro

Protezione del clima, la Germania sceglie la linea dura. Rigide norme per le emissioni delle industrie

La Germania inasprisce i suoi obiettivi di protezione del clima e impone nuovi e precisi limiti di emissione ai settori industriali nell’interesse delle generazioni future. La comunità imprenditoriale e’ tutt’altro che entusiasta.
Angela Merkel, cancelliera federale tedesca, ha chiesto degli strumenti basati sul mercato per combattere il riscaldamento globale. Nel suo intervento al Dialogo sul Clima di Petersberg, giunto alla XII edizione e tenutosi virtualmente, la cancelliera ha lodato lo scambio dei diritti di emissione in Europa, per esempio per la produzione di energia o per l’industria.
Inoltre ha sostenuto l’introduzione di un prezzo per l’emissione di CO2 in tutto il mondo e l’estensione del sistema di scambio europeo anche ad altri settori come i trasporti e l’edilizia.
La Germania ha già creato per questo degli strumenti a livello nazionale per ridurre le emissioni di gas serra del 65% nel 2030 e dell’88% nel 2040 rispetto al dato del 1990. Obiettivo dichiarato della Germania è quello di raggiungere la neutralità delle emissioni di gas serra entro il 2045 e la negatività dopo il 2050, anche con l’aiuto del rimboschimento. Nel disegno di legge viene dichiarata nei dettagli la tempistica di attuazione e monitoraggio del livello di emissione di gas serra permessi,ovvero 3% ogni anno dal 2031 fino al 2033, 2% annui gli anni successivi. Per la produzione di energia e per l’industria gli impegni saranno presi su base annua, poi in fasi quinquennali fino al 2040. Nel 2030, la produzione di energia sarà autorizzata ad emettere 108 milioni di tonnellate di gas serra, cioe’ il 61% in meno rispetto al 2020.
Sia il presidente dell’associazione degli industriali che quello dell’Associazione tedesca dell’industria automobilistica (VDA) si dichiarano sorpresi da questo cambio repentino del governo federale sui limiti di emissioni indicato dal disegno di legge illustrato dalla cancelliera tedesca e dal suo ministro per l’ambiente Schulze. Se ciò avvenisse, comporterebbe non solo incertezza per le imprese ed i consumatori, ma anche mancherebbe la chiarezza degli intenti sulla fattibilità pratica ed economica delle misure stesse. L’imprenditoria dovrebbe essere coinvolta a priori nel dibattito con altri grandi Paesi del G20 che emettono gas serra. La Germania si è dichiarata pronta a continuare a sostenere i paesi in via di sviluppo nella protezione del clima. In questo senso, gli impegni dei paesi industrializzati dovrebbero essere estesi e rinnovati dopo il 2025.

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