Esteri

R.D del Congo, preoccupano le violenze nella provincia dell’Ituri

Il “deterioramento delle condizioni di sicurezza” nell’Ituri, una provincia orientale della Repubblica democratica del Congo, è “estremamente preoccupante”. Dal primo gennaio a oggi, una “escalation” nelle violenze di gruppi armati ha provocato la morte di 400 persone e la fuga di oltre 83mila. A lanciare l’appello è l’ufficio per il Coordinamento degli aiuti umanitari delle Nazioni Unite (Ocha).

Secondo quanto riferito dall’ente dell’Onu le notizie di persone uccise o ferite nella regione sono diventate “quotidiane”. La violenza è arrivata a un livello tale da “influire sulla capacità delle organizzazioni umanitarie di fornire assistenza”, costringendo questi enti a “ritardare, sospendere o trasferire le operazioni”.

La settimana scorsa l’ong Medici senza frontiere (Msf) ha interrotto le sue operazioni in due villaggi della provincia a fronte della “mancanza di sicurezza e dell’impunità” diffuse nella zona, che colpiscono anche gli operatori umanitari.

L’agenzia dell’Onu ha inoltre sottolineato come si stiano intensificando gli attacchi ai centri di accoglienza degli sfollati interni. A febbraio un’incursione della milizia nota come Codeco aveva provocato decine di vittime, fino a 60 secondo alcune fonti, in un campo in prossimità di Djugu, cittadina dell’Ituri situata a 70 chilometri dal Lago Alberto e dal confine.

Secondo l’Onu ad oggi nella provincia le persone che hanno dovuto lasciare le loro case per colpa delle ostilità sono circa 1,9 milioni. Finanziamenti “urgenti” sarebbero necessari, sempre secondo l’Ocha, per far fronte alla situazione umanitaria nella regione. Nell’Ituri, così come in un’altra provincia orientale, il Nord Kivu, vivono dallo scorso maggio uno stato di emergenza e leggi militari, proclamate dal presidente Felix Tshisekedi.

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