Roma Capitale

Raggi e la ricandidatura: “Mi hanno chiesto di fare un passo indietro ma non lo farò”

“Contano i programmi, non le alleanze. Effettivamente mi è stato proposto di tutto per invitarmi a fare un passo indietro e, allo stesso tempo, non sono mancate pressioni”. Così Virginia Raggi, parlando delle prossime elezioni comunali a Roma. “Attenzione, non sto dicendo ideologicamente che gli accordi siano sbagliati. Ritengo, però, che gli accordi possano nascere soltanto da una condivisione di idee”, ha quindi aggiunto il sindaco.  In un post su Facebook, la Raggi ha precisato: “Gli accordi possono nascere soltanto da una condivisione di idee. E ci sono dei paletti insuperabili: non tutto può essere negoziabile. Cosa significa? Significa che ci sono alcuni temi sui quali è anche bene confrontarsi ma tanti altri che non sono assolutamente barattabili. Su lavoro, legalità, sanità pubblica, investimenti per le periferie non scenderò mai ad alcun compromesso”.

“Il settore pubblico, se ben gestito, può essere concorrenziale con il privato e in molti casi offrire un servizio anche migliore. Questo cammino lo abbiamo intrapreso anni fa tra mille difficoltà e – va ammesso – anche qualche errore. Non intendo interromperlo. Andiamo avanti con coraggio. Altri hanno altre idee, tutte rispettabili, ma è evidente che, ad esempio, con chi vuole privatizzare Atac non possiamo fare un percorso insieme perche’ in un modo o nell’altro prima o poi ci divideremmo”, ha concluso. 

Intanto il leader di Azione e candidato sindaco di Roma, Carlo Calenda, risponde al segretario del Pd Enrico Letta che lunedì ha rilanciato le primarie per le elezioni amministrative della Capitale: “Il dado è tratto. Scelta legittima – ha scritto Calenda su Twitter -. A questo punto le nostre strade si separano. Crediamo che occorra smettere di parlare per mesi solo di Pd, coinvolgere i cittadini in modo trasversale e operare un rinnovamento di classe dirigente che le primarie tra correnti non garantiscono. Ci confronteremo sui programmi con apertura e reciproca disponibilità”.

Immediata è arrivata la replica del Pd, con una nota congiunta del senatore Bruno Astorre, segretario Pd Lazio, e Andrea Casu, segretario Pd Roma: “Le primarie servono a coinvolgere tutte le romane e i romani del centrosinistra nelle scelte di una comunità politica e, da sempre, sono uno strumento di partecipazione fondamentale per i cittadini. Le autocandidature di leader nazionali, di alcuni partiti personali, servono solo a far crescere di qualche punto percentuale le loro liste nei sondaggi. Quindi crediamo che se Calenda sceglie di autoescludersi dalla coalizione del centrosinistra, per la corsa al Campidoglio, può legittimamente farlo, ma la smetta di scaricare le sue decisioni sulla nostra comunità politica e sul segretario Enrico Letta oggi, e Zingaretti ieri”. 

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