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Ravanusa, intervento sulla condotta del gas cinque giorni prima della strage

I vigili del fuoco hanno ritrovato 4 corpi senza vita dei 6 dispersi nell’esplosione a Ravanusa (Agrigento). I cadaveri erano sotto le macerie della palazzina di quattro piani crollata. Sale così a 7 il bilancio delle vittime, mentre mancano ancora 2 dispersi. I carabinieri che indagano sulla vicenda hanno acquisito la documentazione sull’intervento alla rete di gas metano eseguito cinque giorni prima della strage che non aveva evidenziato criticità. Il colonnello Vittorio Stingo, comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento, ha detto che l’impianto cittadino di distribuzione del metano a Ravanusa “è frequentemente sottoposto a controllo in quanto vetusto e lo è stato anche cinque giorni fa”. Si è trattato di un controllo di manutenzione ordinaria e non straordinaria, da cui non sono emerse criticità. Dovremo valutare la modalità di questo controllo”, ha spiegato, aggiungendo che “non ci risultano segnalazioni recenti relative a presunte perdite di gas, nè a noi, nè alla società che gestisce l’impianto”. Nelle prossime ore gli investigatori acquisiranno il verbale di quel controllo e sentiranno chi lo ha effettuato per conto di Italgas. Per tutta la giornata di ieri sono invece stati ascoltati decine di abitanti della zona e anche i tecnici per cercare riscontri alla voce, sostenuta anche da un consigliere comunale, in base alla quale nei giorni scorsi si sarebbe sentito un odore di gas proprio nella zona in cui poi c’è stata l’esplosione.    “Allo stato – ha però ribadito il comandante provinciale dei carabinieri di Agrigento Vittorio Stingo – nessuno ha confermato l’ipotesi di un odore di gas nei giorni scorsi. Non ci sono state segnalazioni né a noi né all’Italgas né all’amministrazione comunale. In ogni caso continueremo a fare tutti gli accertamenti necessari per verificare questa voce”.    Quanto alle cause che hanno provocato l’accumulo di gas nel sottosuolo, il colonnello ha sottolineato che al momento non è possibile stabilirle. “Potrebbe essere stata una frana, questa è una zona con una elevata fragilità idrogeologica, ma non è escluso neanche che ci possa essere una cavità sotterranea naturale. Non lo sappiamo ancora, lo potremo verificare quando saranno rimosse le macerie”.  “Sarà un’indagine che condurremmo  sotto il coordinamento della Procura di Agrigento con la massima scrupolosità e rapidità possibili, per garantire tutte le risposte che i cittadini si attendono”, ha detto ancora Stingo. Appena si concluderà la ricerca dei dispersi, “l’area verrà messa sotto sequestro e inizieranno gli accertamenti”. I periti esperti nominati ieri dal Procuratore di Agrigento, Luigi Patronaggio sono già al lavoro per studiare le mappe delle reti del gas e nel pomeriggio eseguiranno il primo sopralluogo. “Il gas si è accumulato o nel sottosuolo o in un ambiente chiuso”, ha detto il comandante dei vigili del fuoco di Agrigento, Giuseppe Merendino. “Nei prossimi giorni faremo accertamenti più approfonditi – ha aggiunto –  certo è che una esplosione così è un evento eccezionale”.

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