Roma Capitale

Roma Capitale avrà la sua Defense alla Stazione Tiburtina. Parla con la Dire Paolo Desideri, frontman delo studi d’architettura Abdr

L’area vicina alla stazione Tiburtina è sicuramente una delle pochissime a Roma che, per localizzazione e per vocazione infrastrutturale, ha titolo per poter andare in altezza.Da tempo con Ferrovie stiamo esplorando al possibilità di realizzare una sede alta per nuovo Hq di Fs”. Inizia così l’intervista che Paolo Desideri, cofondatore e ‘frontman’ dello studio di architettura Abdr ha concesso all’agenzia Dire sul tema del futuro dell’area Tiburtina-Pietralata, già ribattezzata la ‘Defense romana’ ‘ per le prospettive di sviluppo direzionali sulle aree di Fs.  Abdr ha elaborato il masterplan sul piano di riassetto delle aree a ridosso della stazione Tiburtina. Un progetto, che ha anticipato alla Dire solo 15 giorni fa l’assessore all’Urbanistica di Roma Capitale, Maurizio Velocia, è destinato a cambiare. “C’è stata una prima ipotesi di masterplan- ha confermato in tal senso Desideri- l’obiettivo che Ferrovie si è dato con la precedente amministrazione è stato quello di un’operazione non solo di edilizia e di architettura ma anche di urbanistica importante. Tutto questo ha trovato conferma anche con la nuova amministrazione, che seppur con qualche correzione e ripensamento, mi pare voglia confermare il programma avviato”.

 

Veloccia rilancia la ‘Defense romana’ a Tiburtina, tra parchi e possibil…

L’assessore capitolino Maurizio Veloccia, intervistato dalla Dire, parla del nuovo assetto urbanistico dell’area

 

 

“L’esigenza di questo progetto su vasta scala nasce dalla necessità, nata oltre 20 anni fa, d i ricalibrare il vecchio masterplan della stazione Tiburtina che ha vari comparti – ha detto ancora Desideri- Tra questi ricordo quello dove è sorta  la sede di Bnl , mentre un altro è quello che sta partendo adesso sul lato Bologna, dove sarà realizzato, su nostro progetto, un parcheggio multipiano atteso da 20 anni  e  una struttura alberghiera che sarà il nuovo hotel della stazione , la cui progettazione congiunta è stata affidata a noi e un architetto non romano. Dall’altra parte dei binari ci sono poi le quantità più rilevanti”. “Ora- ha proseguito Desideri-  si tratta di riorganizzare, questo l’obiettivo di Fs, quel masterplan,  a parità di cubature, trovando migliori allocazioni . A questo si aggiunge l’ipotesi di far atterrare in queste aree diritti di cubatura in arrivo da altre zone, come l’area tra la stazione Trastevere e Ponte Bianco, dove da anni si sogna la realizzazione di un parco, e quelle del vecchio Sdo Casilino”. “Il progetto prevede l’arrivo di terziario avanzato a ridosso della stazione, dove potrebbe venire il quartier generale di Fs o comunque un edificio importante che Ferrovie potrebbe cedere sul mercato, se volesse rimanere a piazzale della Croce rossa.  Questi edifici avranno una formidabile opportunità grazie alla presenza di un collegamento pedonale diretto con la stazione  e si collocheranno in modo simmetrico all’edificio Bnl. Questo primo tratto, che immaginiamo importante, con edifici alti, che potrebbe ricordare l’immagine, molto attesa a Roma, di una zona di torri. Sull’altro lato del masterprlan, oltre largo Camesena, ci sarà un altro blocco dell’area, che confinerà con il nuovo grande parco di Pietralata, che potrà avere una quota di residenziale, con case servizi, negozi e parcheggi oltre al ponte pedonale di collegamento per andare oltre il fascio di binari”.

“Istat? L’incarico al legittimo vincitore, ovvero noi, è partito. Abbiamo avviato l’attività di progettazione la settimana scorsa. Per contratto consegneremo il preliminare entro pasqua, il definitivo entro l’estate poi Istat deciderà se procedere con l’esecutivo o fare un appalto integrato. Ad ogni modo, in un caso o nell’altro, a inizio 2023 si aprirà il cantiere“, ha spiegato Desideri.

“Palazzo Istat sarà uno degli edifici più grandi di Roma– ha aggiunto- Istat ha programmato da una decina di anni di riunificare in questo edificio tutte la sua dotazione, oggi dispersa in 3 sedi in giro per la città. A questo si aggiunge il fatto che c’è stata un’implementazione ulteriore del dimensionamento del centro di elaborazione dati visto che Istat è stata individuata recentemente come sede della banca dati generale nazionale. Quindi abbiamo avuto necessità, dopo la loro richiesta, arrivata a concorso vinto, di un‘immediata aggiuntiva variante volta ad incrementare ulteriormente questa importantissima dotazione. Qualche aggiustamento è stato fatto anche sugli assetti spaziali degli uffici in ragione del fatto che intanto c’è stata la pandemia, con le sue conseguenze sulla vita organizzativa dentro gli uffici. Il progetto ha caratteristiche ambientali molto spinte, avrà un risparmio energetico molto avanzato ed emissioni zero. Lo illustreremo presto“.“Il Campidoglio 2? Ne abbiamo parlato recentemente con l’amministrazione attuale. Si tratta di un intervento considerato come chiave di tante riorganizzazioni. Non ultimo anche l’opportunità per far decollare definitivamente il parco archeologico dell’area centrale che può essere musealizzato ‘open air’ solo se incentrata sul Campidoglio, che sarà l’acropoli di questo straordinario museo. Ma fino a quando il Campidoglio sarà usato come adesso subiremo a Roma la concorrenza di altri musei come i Vaticani. Inoltre Campidoglio 2 darà anche la possibilità di una formidabile riorganizzazione dal punto di vista strategico e della mobilità per il grosso della dotazione terziaria legata al Comune di Roma, oggi sparsa per la città e per cui il Comune spende circa 20 milioni l’anno. Percepisco interesse e disponibilità, si tratta di capire come andare avanti, anche ricordando che il progetto d’architettura vinto da noi aveva la titolarità di appalto in capo ad Astaldi, società intanto fallita e ora inglobata da WeBuild. Rilanciare questo programma, dal progetto che ha vinto il concorso, si può fare ma è un percorso tutto da reinventare”, ha spiegato Desideri.

“L’architettura contemporanea può ancora incidere nella città. Il Prg varato circa 15 anni fa ha un grande merito, ovvero quello di passare da un modello di sviluppo fondato sulla nuova occupazione e consumo di suolo ad un modello di sviluppo fondato sulla rigenerazione di territori già compromessi dal punto di vista ambientale, trovando nei territori già urbanizzati le opportunità di sviluppo”, ha concluso Desideri.

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