Politica

Romano Prodi: “Le sanzioni alla Russia potrebbero danneggiare l’Italia”

Romano Prodi interviene sul conflitto Russia-Ucraina e, al Corriere della Sera, traccia gli scenari che si potrebbero aprire. “Se la situazione va avanti così ancora per qualche giorno – dice Prodi – la ripresa si fermerà o almeno rallenta seriamente. Questa guerra peserà sulla ripresa mondiale. È anche possibile un’accelerazione dell’inflazione e una più immediata reazione delle banche centrali, che già stavano programmando una stretta graduale”.  “Sia le sanzioni in generale che quelle eventuali sul settore dell’energia – aggiunge – colpirebbero particolarmente il nostro Paese. In Europa, per essere esatti, colpirebbero soprattutto l’Italia e la Germania perché sono le economie che esportano più beni strumentali alla Russia. Se le sanzioni pongono limiti molto forti all’esportazione di tecnologie per l’industria, sicuramente l’Italia e la Germania ne avrebbero un danno, ma bisogna capire se anche la Russia ne avrebbe un danno. Certo per noi la perdita non sarebbe solo temporanea, per la durata delle sanzioni, perché i nostri clienti russi ci sostituirebbero con prodotti cinesi che poi sarebbe molto difficile scalzare. Se si guardano i dati, l’intensificazione dei rapporti di scambio fra Russia e Cina già oggi è impressionante”. “Nulla è più prezioso dei valori democratici – prosegue l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea – ma dico solo, da vecchio professore di economia industriale, cosa succederebbe con le sanzioni.” “Perderemmo qualcosa anche nei beni alimentari – continua Prodi – anche se in questo caso non rischiamo una sostituzione di lungo periodo. Il problema serio sono gli approvvigionamenti di gas ed energia, anche se da un paio di giorni la Russia sembra aver aumentato le forniture di gas che prima aveva lasciato scarseggiare. Questa scarsità ha già creato problemi notevolissimi. Una reazione ci vuole – spiega – so bene che le sanzioni sono inevitabili, ma attiro l’attenzione sul fatto che il loro impatto sarà del tutto asimmetrico. Costerebbero molto all’Europa e in particolare all’Italia e alla Germania. Costerebbero invece molto meno agli Stati Uniti che le stanno chiedendo con forza, ma non hanno con la Russia gli stessi nostri rapporti di scambio”.

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