Esteri

Russia-Bielorussia, iniziate le esercitazioni militari

L’escalation ai confini ucraini è iniziata. Mosca ha dato il via alle esercitazioni congiunte del suo esercito con quello bielorusso. Al confine sono ammassati oltre 30mila soldati e questo vero e proprio atto di forza dovrebbe durare almeno una decina di giorni. L’esercitazione Union Resolve 2022 si concluderà il 20 febbraio, quando le forze armate russe dovrebbero far ritorno nelle loro basi di appartenenza. Secondo la Nato si tratta del più grande dispiegamento militare della Russia nell’ex Bielorussia sovietica dalla Guerra Fredda. La Casa Bianca ha definito le esercitazioni un’azione di “escalation” delle tensioni sull’Ucraina.

Intanto il ministero della Difesa russo ha diffuso alcuni filmati che mostrano l’arrivo dei sistemi missilistici S-400 in Bielorussia. Il Cremlino ha trasferito truppe dalla Siberia e dall’Estremo Oriente. Un dispiegamento che segue a quello al confine con l’Ucraina. Su quanto sta accadendo ai confini con l’Ucraina da registrare l’intervento del segretario dell’Alleanza Atlantica Stoltenberg, in una intervista al quotidiano spagnolo La Vanguardia: “È troppo presto per dire che una de-escalation è più vicina. Non abbiamo nessuna certezza sulle intenzioni di Putin”. Una dichiarazione che arriva dopo la missione a Mosca del presidente francese, Macron, il quale dopo aver incontrato Vladimir Putin ha affermato di aver ottenuto dal presidente russo la garanzia “che non ci sarà un’escalation”. Anche secondo il capo diplomatico dell’Ue, Josep Borrell, la visita di Macron a Mosca ha portato “un elemento di distensione” ma non ha rappresentato un “miracolo”, e “il problema non è stato ancora risolto”. Intanto alcune truppe britanniche si sono unite agli alleati della Nato per esercitazioni militari in Estonia. Stoltenberg ha poi aggiunto che “c’è bisogno di dialogo con la Russia in diversi formati”, per cui gli sembra “adeguato” che Macron “sia andato a Mosca e a Kiev”. E ha poi affermato che “qualsiasi successo diplomatico” richiede conversazioni “confidenziali” e che “condurre negoziati diplomatici in pubblico non è il modo migliore per trovare una soluzione, lo rende solo più difficile”. In queste ore Stoltenberg riceverà al quartier generale dell’Alleanza il premier britannico Boris Johnson. Poi altra intervista, questa volta all’emittente serba Vesti, ed altri argomenti cruciali: “Non esiste nessun documento in cui si dica che la Nato non si debba allargare verso est”, ha detto poi Stoltenberg ribadendo al tempo stesso il carattere difensivo dell’Alleanza atlantica, che è fortemente impegnata a trovare una soluzione politica ai problemi con la Russia. “Al contrario, noi come Alleanza di trenta Paesi nei nostri documenti abbiamo sempre sottolineato che le porte della Nato restano aperte per i Paesi europei che soddisfano gli standard Nato”. E con riferimento alle affermazioni del ministro degli esteri russo Serghiei Lavròv secondo il quale la Nato non si può ritenere una Alleanza difensiva considerando le operazioni militari condotte in Jugoslavia, Libia e Afghanistan, Stoltenberg ha ribadito che “la Nato è una Alleanza difensiva, ma che nel mantenimento della pace segue il principio per il quale un attacco a un Paese membro provoca la risposta di tutti altri stati alleati”. Nell’intervista il segretario generale ha detto che la Nato rispetta la decisione della Serbia di non aderire all’Alleanza. Si tratta, ha osservato, di “una decisione sovrana e indipendente, che la Nato rispetta in pieno, come rispetta le decisioni di Svezia e Finlandia che sono partner a noi vicini ma che non sono entrati nella Nato”. Stoltenberg ha quindi sottolineato il forte appoggio della Nato al dialogo fra Belgrado e Pristina, facilitato dalla Ue, per la soluzione della crisi del Kosovo, dove la Kfor, la Forza Nato, è presente per garantire la sicurezza e la libertà di movimento di tutte le comunità residenti.

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