Economia e Lavoro

Salari indietro di 20 anni

Report della Fondazione Di Vittorio e della Cgil: “Nell’Eurozona massa salariale giù del 2,4% e in Italia del 7,2%. Il quadro: tre milioni i lavoratori precari, 2,7 milioni in part time e 2,3 milioni di disoccupati ufficiali

Crollo vertiginoso dei salari, nel 2020, in Italia. Il calo è generale in tutta Europa, ma non così forte: nell’Eurozona, infatti, la massa salariale cala del 2,4% mentre in Italia del 7,2%. Si torna così sotto i 30 mila euro lordi, vicino ai dati dell’inizio degli anni 2000. A lanciare l’allarme è la Cgil insieme alla Fondazione Di Vittorio in occasione del convegno ‘Salari e occupazione in Italia’. Le misure di sostegno hanno attutito in parte questa dinamica, in particolare per un ruolo molto positivo dei sostegni decisi (+17,3 miliardi di euro rispetto al 2019) e sull’occupazione (Eurozona -1,3% e Italia -1,7%) per la funzione positiva del blocco dei licenziamenti e il collegato uso così ampio della cassa integrazione. Per i salari italiani un altro record negativo riguarda l’addensamento nelle basse qualifiche professionali, nei due raggruppamenti più bassi della distribuzione dell’occupazione dipendente per gruppi professionali, l’Italia ha il 34% degli occupati contro il 27,8% dell’eurozona. Dati preoccupanti anche quelli sull’occupazione e sul confronto tra i diversi tipi di mercato del lavoro.

In sintesi: 3 milioni di precari, 2,7 milioni di part-time involontari, 2,3 milioni di disoccupati ufficiali (dalla Fondazione Di Vittorio stimati in quasi 4 milioni come disoccupazione sostanziale), mentre il décalage salariale che comunque è previsto in strumenti preziosi di tutela, come gli ammortizzatori sociali, propone uno spaccato davvero troppo alto, ingiusto e insostenibile, di lavoro povero che riguarda il nostro Paese.

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