La guerra di Putin

Sanzioni e contro-sanzioni, la guerra in Ucraina diventa guerra economica tra Russia e Ue

L’Unione Europea si prepara a nuove sanzioni contro la Russia. La decisione sarà presa nelle prossime ore dai leader Ue e dovrebbe andare a colpire questa volta il petrolio, con riduzioni progressive dei flussi, le banche e la finanza di Mosca e la sua industria. Contemporaneamente, però, Mosca si preparerebbe a contromosse economiche nei confronti dei Paesi già giudicati come ostili, che potrebbero vedersi oltre che tagliato di netto l’afflusso di gas, anche colpiti veri settori economici ed industriali, come il sequestro delle aziende presenti in territorio russo. Ma andiamo a vedere per ordine cosa potrebbe accadere nelle prossime ore.  L’Unione europea lavora al sesto pacchetto di sanzioni contro la Russia. Le misure sono state presentate ai Paesi membri nel corso del fine settimana e dovrebbero essere approvate in questi giorni. Previsto, oltre a un graduale embargo sul petrolio, anche un divieto per le imprese europee di effettuare consulenze nella finanza e nei servizi, un blocco all’export nel settore chimico e ulteriori misure sanzionatorie contro diverse personalità.  Intanto a Bruxelles, si è svolto in queste ore il Consiglio ministeriale straordinario sull’energia, in cui i titolari dei vari dicasteri europei sono chiamati a “fare il punto su eventuali azioni supplementari in termini di sicurezza dell’approvvigionamento, di transito del gas e di gestione degli stock di gas, in particolare in vista delle settimane e dei mesi a venire”. La minaccia del Cremlino di chiudere i rubinetti del gas qualora gli acquirenti – cioè le diverse compagnie energetiche europee – non si pieghino al diktat di saldare in rubli continua ad aleggiare sull’Ue. Come del resto sanno Bulgaria e Polonia. Tornando al fronte sanzioni, il nuovo pacchetto dell’Ue – al di là del petrolio – avrebbe ormai preso corpo e colpirà anche la Bielorussia per il ruolo giocato l’invasione russa, incluso il fatto di aver ospitato le truppe russe all’inizio dell’offensiva. Dunque più banche colpite dalle misure restrittive, più individui ed entità aggiunti alla lista nera nonché, a quanto emerso fino ad ora, restrizioni sui servizi di consulenza e cloud-based, così come sugli acquisti immobiliari.  Sulle banche, dovrebbero essere tre gli istituti di credito colpiti, tra cui Sberbank, una banca che raccoglie un terzo degli attivi bancari russi. Sul fronte industriale, il nuovo pacchetto di sanzioni riguarderà il controllo all’export verso la Russia di circa 80 prodotti chimici, utilizzati tendenzialmente per la produzione di armi chimiche. Le sanzioni inoltre colpiranno con il divieto di viaggio nell’Unione nuove personalità russe: militari riconducibili a recenti eccidi e individui imparentati con oligarchi già sanzionati. Se questo è quello che farà l’Europa, andiamo a vedere cosa potrebbe fare Mosca che probabilmente risponderà così alle alle sanzioni. Ad annunciarlo in queste ore è stato uno dei falchi della politica russa, ilpresidente della Duma, Vyacheslav Volodin, che ha affermato: la Russia dovrebbe replicare in maniera simmetrica al congelamento dei beni russi da parte di “nazioni non amiche”, confiscando i loro beni che si trovano in Russia, ovvero le aziende. “È giusto rispecchiare le misure verso quelle aziende in Russia i cui proprietari vengono da Paesi non amici dove misure simili sono state adottate: confiscando quelle proprietà”, ha spiegato Volodin. Sul suo canale Telegram, il presidente della Duma è poi entrato nei dettagli: “La Camera dei rappresentanti degli Usa ha approvato una legge che consente il trasferimento in Ucraina di beni congelati di società e cittadini russi. Si è creato un pericoloso precedente, che dovrebbe avere un effetto boomerang negli stessi States”. E ha poi minimizzato il congelamento di yacht e ville agli oligarchi: “Non sono necessari per lo sviluppo dell’economia russa”. “Anche le riserve russe di oro e valuta estera per un valore di circa 300 miliardi di dollari sono state congelate. Torneranno, non andranno da nessuna parte. Questi sono fondi statali”, assicura Volodin. E aggiunge: “La Banca Centrale, in risposta, ha vietato agli investitori stranieri di prelevare fondi dal nostro sistema finanziario. Secondo alcune stime si parla di oltre 500 miliardi di dollari. Abbiamo qualcosa a cui rispondere”. “Oggi gli imprenditori russi stanno acquistando società straniere che operano in Russia, acquistando le azioni di partner che vogliono lasciare il nostro mercato. Agendo in modo civile. In base a una legge nel diritto internazionale”, scrive ancora Volodin, “cosa che non si può dire di un certo numero di Paesi ostili: Lituania, Lettonia, Polonia e persino gli Stati Uniti, che sono semplicemente coinvolti in un furto”. “A questo proposito, è corretto, in relazione a un’impresa situata nel territorio della Federazione Russa i cui proprietari provengono da Paesi ostili in cui vengono prese simili decisioni, rispondere con misure speculari: confiscare questi beni”, conclude il presidente della Duma, “e il ricavato della vendita sarà destinato allo sviluppo del nostro Paese”. Riguardo ai Pesi ostili, va ricordato che a inizio marzo la Russia aveva stilato una lista ufficiale. Stati Uniti, i Paesi dell’Unione europea, Svizzera, Regno Unito, Giappone, Corea del Sud, Australia e Nuova Zelanda sono alcuni dei nomi comparsi sull’elenco. Come scrive InsideOver, a questi Paesi si applicano, secondo il diritto russo, limitazioni economico-commerciali di vario tipo. A queste restrizioni si è poi aggiunta, dall’1 aprile, la prescrizione sui pagamenti delle forniture energetiche in rubli. E dopo la dispisizione di Mosca sul pagamento in rubli, la Russia ha già bloccato i rifornimenti a Polonia e Bulgaria e ha minacciato di fare lo stesso con “altri Paesi ostili”, come ha detto pochi giorni fa proprio il presidente della Duma .

aggiornamento la Guerra di Putin ore 16.05

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