Primo piano

Se ci sarà, sarà l’Expo delle periferie della Capitale

Tiburtina e Tecnopolo, Pietralata e Aniene le aree per le progettualità del 2030

Il cuore di Expo 2030 sarà l’area di Pietralata. Qui, a due passi dal centro direzionale che già si sta pensando di realizzare con Fs, nascerà una vetrina internazionale dove saranno esposte tutte le innovazioni dedicate al tema dell’abitare la città. Non classici padiglioni ma edifici e case sostenibili destinate a restare, creando un quartiere super verde.
Ma per la prima volta nella storia la zona dell’esposizione universale immaginata per la Capitale sarà diffusa: dalla Tiburtina al Gra, passando per il tecnopolo e l’Aniene.
Sono questi gli assi portanti che oggi caratterizzano il progetto Roma Expo 2030 che il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha annunciato di voler ufficializzare in tempi brevi. Il dossier, per il momento è questo e bisognerà vedere se il prossimo sindaco lo confermerà o lo cambierà. Al centro del progetto ci sarà dunque il tema della casa e della sostenibilità ambientale. Roma chiederà agli Stati esteri e ai loro migliori architetti di realizzare strutture che possano essere poi utilizzate anche dopo e non padiglioni usa e getta.
Da Pietralata si passerà ai vicini lotti di Monti Tiburtini e delle ex caserme Ruffo. Ma per garantire spazio a tutti le aree destinate ad accogliere le future case super sostenibili arriveranno fino a San Basilio, a ridosso con il Gra, dove sarà recuperato anche il complesso industriale dell’ex Penicillina. Anche per questo il dossier prevede il prolungamento della linea B da Rebibbia a Casal Monastero, progetto da anni impantanato nelle paludi della burocrazia. Ma parte fondamentale del progetto sarà anche la realizzazione di un parco fluviale lungo le rive dell’Aniene che arriverà fino ai nuovi quartieri.

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