Politica

Sommerso e illegale per 203 miliardi

Report dell’Istat sull’economia non osservata. Spuntano, nel 2019, tre milioni e 586mila lavoratori irregolari.

Ammonta a 203 miliardi di euro, pari all’11,3% del Pil, il valore dell’economia sommersa e illegale nel 2019. Rispetto al 2018 il valore dell’economia non osservata si riduce di oltre 5 miliardi (-2,6%) confermando la tendenza in atto dal 2014. La componente dell’economia sommersa vale poco più di 183 miliardi di euro mentre quella delle attività illegali supera i 19 miliardi. E sono 3 milioni 586 mila le unità di lavoro irregolari nel 2019, in calo di oltre 57mila rispetto all’anno precedente. Il tasso di irregolarità torna così a collocarsi al livello del 2013. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel report “L’economia non osservata nei conti nazionali” relativo al 2019, dunque al periodo pre-pandemia. Quasi tutte le componenti dell’economia non osservata hanno evidenziato una contrazione: il valore aggiunto sommerso da sotto-dichiarazione è diminuito di 3,8 miliardi di euro rispetto al 2018, quello generato dall’impiego di lavoro irregolare di 1,2 miliardi, mentre le altre componenti hanno registrato una riduzione di 0,5 miliardi. L’economia illegale ha invece segnato un aumento, pur se molto contenuto, rispetto all’anno precedente (+174 milioni). Nel confronto con il 2018 si osserva una lieve variazione del peso relativo delle diverse componenti: a una riduzione della quota ascrivibile alla sotto-dichiarazione (dal 45,1% al 44,5%) corrisponde un incremento di quella connessa al lavoro irregolare (dal 37,5% al 37,9%) e all’economia illegale (dal 9,2% al 9,6%). Stabile invece il contributo delle altre componenti del sommerso (8,1%).
Guardando alle attività illegali, Rispetto al 2018, si è registrato un incremento dello 0,9%, meno accentuato di quello dei due anni precedenti, quando l’economia illegale era aumentata rispettivamente dell’1,8 e del 4,5%. I consumi finali di beni e servizi illegali sono risultati pari a 22 miliardi di euro (corrispondenti al 2% del valore complessivo della spesa per consumi finali), in aumento di 0,4 miliardi rispetto al 2018 (1,8%).

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