Covid

Speranza: “Amplieremo la platea per le terze dosi di vaccinazione”. Figliuolo: “Tra dicembre e febbraio ci sarà il picco dei richiami. Siamo pronti”

 

“Il sistema di cui disponiamo funziona, anche se l’Italia è tutta bianca a tutt’oggi. Il cambio di colore avviene sugli indicatori di posti letto e terapia intensiva, in questo momento nessuna Regione è fuori dalla zona bianca. Tuttavia se fosse necessario ci adopereremmo ma è meglio procedere con una copertura vaccinale ancora più completa, anche con il richiamo, per il quale a breve amplieremo la platea che può riceverlo“. Sono le parole del ministro della Salute Roberto Speranza nel corso di una conferenza stampa sulla campagna vaccinale, nella sala Polifunzionale di Palazzo Chigi.

“Voglio anche ricordare – ha continuato Speranza – l’obbligo delle mascherine al chiuso ma anche all’aperto dove ci sono rischi di assembramenti. Una piazza, una manifestazione è naturalmente un luogo dove ci sono assembramenti. Siamo ancora dentro una fase epidemica in cui abbiamo due armi: il vaccino, accelerando anche sulle terze dosi, e il rispetto delle misure precauzionali come la maggior parte del Paese sta facendo”.

Il ministro ha anche fatto il punto sull’andamento della somministrazione dei vaccini alle fasce d’età più giovani: “La generazione 18-25 anni ha risposto con fiducia nella campagna di vaccinazione, basti pensare alla percentuale di ragazzi che hanno ricevuto la somministrazione, oltre l’80%. Voglio pensare a loro anche per la campagna vaccinale dei bambini 5-11 anni che verrà”. “.

“Il green pass è uno strumento decisivo in questa fase epidemica, se abbiamo dati migliori è anche merito del certificato verde: rende più sicuri i luoghi dove accedono le persone. il green pass ha avuto anche un effetto stimolante e incentivante per la vaccinazione. Continueremo ad utilizzarlo, confermando l’impianto costruito”, ha sottolineato Speranza. “Il green pass è entrato nelle nostre abitudini, stamattina alle 7 erano stati scaricati 117 milioni di certificati: significa che è uno strumento che gli italiani hanno iniziato ad apprezzare, ci consente la libertà”. Poi il generale Commissario Figliuolo: “Tra guariti e immunizzati c’è un 87,7% sul totale della popolazione vaccinabile, siamo pronti per le terze dosi e nelle Regioni sono stoccate circa 9 milioni di dosi. Siamo altresì in grado di effettuare le donazioni ed anche fare fronte agli impegni nazionali. Una parte di dosi prenotate per il 2022 verranno utilizzate per il progetto Covax, nel rispetto dell’impegno preso dal Governo nel G20 di vaccinare almeno il 70% della popolazione mondiale nei primi mesi del prossimo anno”.

“Ho inviato una circolare rivolta alle Regioni e la risposta è buona: avremo un picco di somministrazioni tra dicembre e febbraio e saremo in grado di farvi fronte anche se abbiamo razionalizzato gli hub. Non avremo più i picchi dell’estate nelle somministrazioni ma amplieremo la platea con gli under 12 e sicuramente vi saranno grandi numeri. Ho già detto alle Regioni, oltre alla chiamata attiva, di far fronte con accesso alla vaccinazione senza prenotazione”, ha proseguito Figliuolo. “La chiamata attiva la devono fare gli organi che possono farlo, la struttura commissariale si è sempre posta come mediatrice su questo, la chiamata attiva deve quindi essere fatta dalle Asl. Ci sono stati in passato problemi per la privacy ma sono state problematiche circoscritte. Stiamo lavorando per limare le difficoltà inerenti la privacy, con il Garante c’è piena sintonia”, ha concluso il commissario.

La “privacy” non ostacola le chiamate agli assistiti. Anzi, per agevolare il compito di regioni e province autonome l’Autorità ha da tempo messo a loro disposizione un decalogo sul corretto trattamento dei dati nell’ambito delle azioni promozionali per la vaccinazione. È quanto precisa il Garante per la protezione dei dati personali “in risposta ad alcune affermazioni prive di fondamento di Guido Bertolaso, coordinatore della campagna vaccinale della Lombardia, secondo il quale la privacy limiterebbe la possibilità di chiamare e sollecitare gli assistiti alla somministrazione della terza dose di vaccino”.

L’Autorità ribadisce quindi che le iniziative volte a promuovere la vaccinazione siano realizzate attraverso gli operatori del Servizio sanitario nazionale, coinvolgendo, auspicabilmente, i medici di medicina generale, a cui è nota la situazione sanitaria degli assistiti, anche riguardo ad aspetti che sconsigliano la vaccinazione in assoluto o temporaneamente. L’Autorità ricorda infatti che, “a tutela della riservatezza degli assistiti, le iniziative per promuovere e sollecitare la terza dose di vaccino, non possono avvenire attraverso altri organi o uffici amministrativi regionali o comunali“.

aggiornamento Pandemia Covi del 6 novembre 2021 ore 15.02

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