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Strage del Mottarone, un anno dopo il dolore e le accuse della famiglia paterna: “Ci hanno abbandonato”

Un anno fa, il 23 maggio 2021,  la caduta di una cabina della funivia del Mottarone nel Verbano, provocò la morte di 14 persone. Ci fu un unico sopravvissuto, il piccolo Eitan, il bambino che ora dopo una lunga battaglia legale si trova in Italia con la zia paterna Aya Biran. Dopo mesi di lavoro, l’8 novembre la cabina è stata rimossa. “È passato un anno, ma nessuno si è fatto sentire. Ci hanno tutti abbandonato”, afferma la madre di Elisabetta Personini e nonna del piccolo Mattia, due delle vittime della strage del Mottarone. Mentre cammina sulla montagna dove oggi è in programma l’inaugurazione di un cippo ai caduti e una messa, la mamma di Elisabetta Personini afferma che dopo l’incidente “nessuno si è fatto sentire, ci hanno tutti abbandonato. Non ci hanno fatto neanche le condoglianze. È peggio del ponte Morandi”. La donna chiede di “conoscere la verità e che giustizia sia fatta in fretta”. In una nota diffusa dal portavoce Gadi Solomon, l’intera famiglia materna del piccolo Eitan spiega che “Eitan è con noi nei nostri cuori e nei nostri pensieri. Continueremo a lottare per lui perché cresca in Israele, la sua casa naturale, casa della sua famiglia, luogo di sepoltura dei suoi genitori e del fratellino”. Anche se “siamo stati condannati” ad essere distanti da Eitan e a limiti di tempo per parlargli “non abbiamo mai rinunciato e non rinunceremo mai – ha continuato la nota – al diritto di far parte della sua vita e alla possibilità che lui torni in Israele”.

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