Covid

Studio pubblicato su Nature: “I vaccini aggiornati contro Omicron non sono più efficaci del richiamo ‘vecchio”

Sono stati approvati da Ema i vaccini buster di ultima generazione, che hanno passato anche il vaglio di Fma, e immediatamente si analizzato i risultati che si possono ottenere da questa nuova pruzione di contrasto al Covid.“Su Nature però uno studio conferma ciò che sostengo da tempo: non sono più efficaci del richiamo ‘vecchio’. Quindi non perdete altro tempo e fate la quarta dose!”. Lo scrive su Twitter l’immunologa Antonella Viola, direttrice scientifica dell’Istituto di ricerca pediatrica ‘Città della Speranza di Padova’ e docente di patologia all’università patavina. In sostanza la nota rivista scientifica, nel suo articolo dal titolo ‘I nuovi vaccini specifici per Omicron offrono una protezione simile ai booster esistenti”, raccoglie una serie di studi da cui emergerebbe che i vaccini bivalenti aggiornati sulla variante Omicron BA.1 e sulla sequenza originale SARS-CoV-2 identificata a Wuhan, presto disponibili negli Stati Uniti e nel Regno Unito, sembrano offrire più o meno la stessa protezione che fornisce una dose extra di vaccini già esistenti, in particolare nel tenere le persone fuori dall’ospedale. Il team guidato da Deborah Cromer, modellatrice matematica dell’Università del Galles del Sud (UNSW) a Sydney, in Australia, ha raccolto tutti i risultati aggiornati delle sperimentazioni sui vaccini che sono riusciti a trovare, nonché studi sulla quarta dose del vaccino originale. “Entrambi i tipi di vaccino- si legge nell’articolo di Nature- hanno fatto salire alle stelle i livelli di anticorpi, ma le versioni aggiornate lo hanno fatto a livelli in media 1,5 volte superiori a quelli dei vaccini più vecchi basati sulla sequenza SARS-CoV-2 originale”. “Non stiamo parlando di un cambio di passo”, aggiunge Cromer. Meno ricoveri. Gli studi suggeriscono che i livelli più elevati di anticorpi neutralizzanti equivalgono a una migliore protezione contro il Covid. Ma dagli studi sui vaccini aggiornati non sembra chiaro quanto potessero essere più efficaci. Per determinarlo, il team di Cromer ha applicato un modello sviluppato mettendo in relazione l’efficacia dei vaccini Covid-19 originali con i livelli di anticorpi. Il modello ha rilevato che la maggior parte dei vantaggi dei vaccini aggiornati deriva dall’assunzione di una dose extra di qualsiasi vaccino. “Ad esempio- si legge nell’articolo- in una popolazione in cui metà delle persone è già protetta contro un’infezione sintomatica da SARS-CoV-2 attraverso vaccini e infezioni precedenti, un vaccino di richiamo aggiornato ha aumentato la protezione fino al 90%, rispetto all’86% di protezione fornita da una dose aggiuntiva del vaccino originale. Per la protezione contro malattie gravi, le differenze di protezione erano di pochi decimi di punto percentuale”. Il team di Cromer ha poi stimato che, “per ogni 1.000 persone, una campagna di richiamo basata su vaccini aggiornati comporterebbe in media 8 ricoveri in meno rispetto ad una basata su vaccini più vecchi”, afferma. Il messaggio principale dell’analisi dovrebbe quindi essere che qualsiasi booster Covid-19 è buono, anche perché diversi scienziati mettono in dubbio la decisione di perseguire i booster sulle varianti quando il vantaggio è così piccolo. “A lungo termine, probabilmente ha senso sviluppare vaccini basati sulle varianti”, conclude Cromer, ma “l’idea che debbano corrispondere strettamente ai ceppi virali circolanti non è realistica ed è controproducente quando sono già disponibili vaccini altamente efficaci”.

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