Economia e Lavoro

Superbonus e facciate, ecco cosa cambia dopo il disco verde al Decreto Aiuti bis

 

di Flavia Zandonati

Via libera definitivo dall’aula del Senato: convertito in legge il decreto aiuti bis, il testo è stato approvato con 178 voti favorevoli, 13 astenuti e nessun contrario.  Con l’approvazione definitiva  della legge di conversione,  importanti modifiche sono state apportate in materia  di cessione del credito nel Superbonus  110% e negli altri bonus edilizi. Grazie alle novità introdotte, la responsabilità in solido tra cedente (cittadino o impresa edile) e cessionario (istituto di credito) interviene solo nei casi di dolo e colpa grave, pertanto la responsabilità solidale dei cessionari ha luogo soltanto quando l’istituto di credito e la ditta è a conoscenza delle irregolarità e intende approfittarsene o, anche, in caso di negligenza. Il superbonus, nonostante al centro di lunghe polemiche, resta comunque il “re” dei bonus edilizi, vediamo nel dettaglio le novità che lo riguardano:  Per le case unifamiliari non ci sono state proroghe, chi vuole usufruirne deve dimostrare entro il 30 settembre di  avere portato a termine almeno il 30% dei lavori per sfruttarlo a pieno, ovvero in misura del 110%. Per i condomini il discorso cambia, c’è tempo fino al 31 dicembre 2023 per avviare i lavori, sarà possibile usufruire dell’agevolazione anche nel 2024 e nel 2025 con una percentuale del contributo che scenderà rispettivamente al 70% e 65%. Per quanto riguarda il bonus facciate non sembrano essere previste proroghe, pertanto , dal 1 gennaio del 2023 viene meno la detrazione del 60 per cento  per le spese sostenute, sarà dunque necessario attingere agli altri bonus, da quello per la ristrutturazioni  per lavori di pulitura, ritinteggiatura e manutenzione, fino all’eco bonus per gli interventi che comportano ad un risparmio energetico. Introdotto  nel 2020 e rimasto al 90% fino al 2021, il bonus facciate consente di beneficiare di una determinata agevolazione fiscale per la quale non sono previsti limiti massimi di spesa, né un limite massimo di detrazione.  È rivolto a tutti colore che sostengono spese per interventi di recupero o restauro della facciata esterna degli edifici. Nel 2022 la percentuale di detrazione spettante è stata diminuita al 60% e prevista solo sulle parti dell’involucro esterno dell’edificio visibili su strada o da un suolo ad uso pubblico. Chi intende avvalersi della detrazione al 60% dovrà affrettarsi perché dal 2023 diremo addio al bonus facciate. Alla luce delle incertezze relative alla prossima legge di bilancio e dello scenario politico confuso è difficile ipotizzare una possibile proroga del bonus facciate. Dal 1 gennaio 2023 si potrà usufruire delle altre detrazioni fiscali, nello specifico bonus ristrutturazione e l’ecobonus previsti fino al 31 dicembre 2024. Il bonus ristrutturazione prevede la detrazione Irpef del 50% a favore di coloro che affrontano spese fino ad un massimo di 96mila euro per interventi di riqualificazione edilizia, manutenzione ordinaria e straordinaria. Hanno diritto alla detrazione stando a quanto stabilito dalla legge, per tutto il 2023, tutti i contribuenti che pagano le imposte sui redditi, residenti in Italia e non. Prorogato a tutto il 2023 è l’ecobonus costituito da una serie di detrazioni fiscali che il contribuente può sfruttare sugli interventi strutturali di riqualificazione energetica o di messa in sicurezza antisismica degli edifici esistenti. Si tratta di un incentivo nato nei diversi anni addietro, potenziato successivamente dall’agevolazione al 100% del Superbonus. Questa agevolazione è destinata a tutti i cittadini proprietari di immobili che decidono di ristrutturare l’abitazione in base a un obiettivo di riqualificazione energetica complessiva dell’immobile.   L’ecobonus indica le detrazioni fiscali concesse ai fini Irpef in relazione agli interventi edili ed impiantistici che hanno l’obiettivo di ridurre i consumi energetici all’interno degli edifici esistenti. Sostanzialmente, a secondo della tipologia di intervento effettuato il contribuente può ricevere indietro una percentuale della spesa, si tratta del 50, 65 o del 110% di quanto sostenuto. Per questo tipo di agevolazione non sono state introdotte novità rispetto alla normativa del 2021, permane infatti  la possibilità di usufruire della cessione del credito e dello sconto in fattura alternativa alla detrazione. Dal 2023 quindi non si potrà più usufruire del bonus facciata, ovvero della detrazione fiscale del 60 per cento sulle spese sostenute, salvo un ulteriore proroga al momento da escludere, dal nuovo anno si cambia registro e per ammortizzare le spese sostenute per la messa a punto dei lavori si dovrà contare su altre alternative.

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