La guerra di Putin

Ucraina, fra attacchi continui dei russi con lancio di super missili per rappresaglia, l’escalation accelera

A Mosca, fra gli esperti, serpeggia il disaccordo sulla versione di Putin secondo la quale l’attacco aBryansk in territorio russo sia un attacco terroristico, ma sarebbe invece un’operazione di sabotaggio militare ben pianificata.

Rivendicato dal cosiddetto “Corpo dei Volontari Russi” (RDK) è unadivisione della Direzione principale dell’intelligence del Ministero della Difesa dell’Ucraina che partecipa abbastanza normalmente ad azioni congiunte sia con le forze armate dell’Ucraina che con i battaglioni quali quello Azov. Tutti i video registrati per conto dell’RDK oltre alla lingua si riferiscono a situazioni russe senza alcun accenno  inerente agli ucraini che parlano russo e  secondo i documenti cui fa riferimento la pubblicazione specializzata Top WAR, parrebbero proprio cittadini russi  che sono passati dalla parte dell’Ucraina.

I “Volontari” sono molto efficaci perché addestrati dall’intelligence ucraina  (GUR MO) con la quale operano professionisti anche di nazionalità occidentale,  che non parlano russo e ucraino, ma che sanno preparare in poco tempo un sabotatore addestrato che per Mosca vengono considerati traditori del proprio Paese.

Il modo in cui il RDK è entrato nel territorio della Russia confermerebbe che il gruppo è stato “guidato” adottando un percorso che non cadesse nel campo visivo delle guardie di frontiera della Federazione.

Satelliti, ingegneria radio, informatori sotto copertura e intelligence visiva hanno raccolto tutte le informazioni possibili sulle aree di confine attraverso le quali è possibile teoricamente passare e hanno fornito il percorso di movimento più efficiente e sicuro. Senza dimenticare che i droni  sono perfettamente in grado di trasmettere alle telecamere di controllo, video dai complessi di sorveglianza all’estero o magari  una granata, che l’operatore può posizionare con molta precisione accanto alla telecamera.

Quindi il commando ha attraversato il confine (tranquillamente) portando con se  una discreta scorta di mine, esplosivi e armi utili all’attacco.Già il 25 dicembre, l’FSB (servizi di sicurezza russi) aveva catturato e distrutto un gruppo di quattro persone proprio nella stessa regione di Bryansk. Due mesi dopo, un gruppo dieci volte più numeroso, ha passato ancora il confine inoltrandosi nel territorio della regione.  Ma vediamo se veramente quell’attacco si può definire terroristico o militare. Il terrorismo comporta azioni illegali finalizzate al raggiungimento di determinati obiettivi politici, ma nel caso di Bryansk  gli obiettivi politici sono stati addirittura annunciati da uno dei “visitatori” ed è proprio qui, secondo alcuni osservatori la differenza fra una azione terroristica e una militare in tutta regola. Una cosa è quando una banda di terroristi penetra nel territorio di un altro stato e organizza sanguinose operazioni che che hanno risonanza fra la pubblica opinione,  tutt’altra cosa quando si tratta di un atto organizzato da uno Stato, perché non solo i servizi speciali dell’Ucraina, ma anche le strutture militari occidentali hanno preso parte alla pianificazione e all’organizzazione dell’attacco. Secondo Top War è comprensibile che l’idea di un atto terroristico anziché di un attacco militare, sia stata sostenuta dal Cremlino perché un atto terroristico è opera di singoli individui, e il sabotaggio è un’azione militare pianificata. È abbastanza difficile prevenire un attacco terroristico , ma non sempre un sabotaggio. Vedasi cos’è accaduto per il Nord Stream. L’attacco voleva dimostrare  che il governo russo non è in grado di proteggere i cittadini come indiscutibilmente dimostrano anche i successi dei droni ucraini.  La regione di Bryansk è un  campo di addestramento in cui vengono studiate le capacità delle forze armate ucraine e le risposte della Russia. E lì, dietro la linea del fronte, stanno osservando con molta attenzione cosa accadrà.

Bryansk è un episodio che si cumula con gli altri quali  l’aerodromo di Millerovo, il ponte di Crimea, la base di Engels, Kolomna ecc, quindi è probabile che seguiranno  “atti di terrorismo”, che, di fatto, saranno un normale sabotaggio. Più organizzato e audace, più coinvolge numerose aree contemporaneamente, soprattutto se ben addestrata ed equipaggiata.

Questi atti dimostrativi Questo sono necessari forze armate ucraine,  impantanate in una guerra di posizione, ma soprattutto per Zelensky e L’Occidente che deve dimostrare l’efficacia degli aiuti forniti a Kiev. Quindi hanno  bisogno di un’immagine di combattenti ucraini abili, coraggiosi e addestrati professionalmente  che resistano con successo all’aggressione.

Ma la sparatoria su un’autovettura con bambini ha avuto una risonanza diversa tanto che da  Kiev ha iniziato a rinnegare l’RDK, affermando che gli ucraini non c’entrano in questa operazione.

Eppure la reazione di Putin c’è stata con gli attacchi missilistici fra la notte dell’8 e 9 marzo con il lancio di ben 81 missili fra i quali per la prima volta, il Kinzhal (Pugnale) molto più pericolosi di altri missili perchè sono in grado di volare  10 volte la velocità del suono, ed  è praticamente impossibile abbatterli.

Una reazione spropositata, ma che dimostra le preoccupazioni del Cremlino per futuri attacchi sul suo territorio ed in particolare in Crimea; che siano terroristici o militari serve a segnare la differenza fra le rappresaglie possibili.

Sempre che l’Orso russo non sia ormai agonizzante come sostengono i media mainstream occidentali.

Giulo

aggiornamento la Guerra di Putin ore 12.00

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