Covid

Un farmaco ridurrebbe dell’85% i ricoveri da Covid -19 sviluppando gli anticorpi contro il virus

Mentre per i vaccini qualche lotto di AstraZeneca  viene ritirato a causa di alcuni decessi sospetti, c’è una cura l’anticorpo VIT-7831 appunto, che funzionerebbe anche contro le varianti del covid e riduce dell’85%  ricoveri e decessi tra i pazienti ad alto rischio trattati precocemente. 

Dopo i primi risultati la Vir Biotechnology e la britannica GSK intendono chiedere l’autorizzazione
all’uso, in emergenza, della oro terapia sperimentale con anticorpi covid-19 che peraltro viene prodotta alla G. S. K. di San Polo di Torrile (Parma).

Un comitato indipendente ha chiesto che lo studio sul farmaco di Fase 3 COMET-ICE venga interrotto per la sperimentazione diffusa terapeutico grazie alla riscontrata efficacia del farmaco; Vir e GSK in una dichiarazione congiunta hanno annunciato che la terapia sarebbe ugualmente efficace contro le varianti del coronavirus quelle inglesi, sud africane e e brasiliane.  

L’ipotesi è quella di seguire i pazienti cui è stato somministrato sperimentalmente il farmaco  per altre 24 settimane. La raccomandazione degli scienziati, scrive Il Corriere della Sera, si è basata su un’analisi dei dati di 583 pazienti che mostrato una riduzione dell’85% dell’ospedalizzazione e della morte nei pazienti che hanno ricevuto VIR-7831 in monoterapia rispetto al placebo. L’anticorpo monoclonale è a doppia azione: blocca l’ingresso virale nelle cellule sane ed elimina quelle infette.

L’antivirale sperimentato ha origine  dal sangue congelato di un paziente che si era ammalato nel 2003 di Sars, come spiegato sulla prestigiosa rivista scientifica Nature, sui primi risultati Vir e GSK prevedono di presentare una domanda di autorizzazione all’uso di emergenza alla Food and Drug Administration (FDA) USA.

L’anticorpo sarebbe terapeutico ma anche preventivo e viene somministrato intramuscolo. “Vantaggio non da poco perché tutti gli altri farmaci monoclonali allo studio e approvati necessitano invece di una somministrazione via endovena, che va fatta in day hospital e può quindi creare ulteriore pressione sugli ospedali già oberati”, ha detto al Corriere l’immunologo Sergio Abrignani, docente di Patologia generale all’Università di Milano.

Foto GSK San Polo di Torrile

AGC GreenCom

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