Esteri

Un maestro comunista vince le elezioni presidenziali in Perù

Con oltre il 70% dei voti scrutinati, l’insegnante comunista Pedro Castillo si conferma la prima scelta alle elezioni presidenziali tenutesi ieri in Perù, mentre continua la battaglia voto per voto tra tre candidati di destra per aggiudicarsi un posto al ballottaggio del prossimo 6 giugno.   Castillo è considerato la sorpresa delle elezioni presidenziali, dalle quali emerge l’estrema frammentazione politica del Paese. Cinquantuno anni, insegnante di scuola elementare della regione di Cajamarca, ha acquisito notorietà a partire dal 2017, quando ha guidato un grande sciopero nazionale degli insegnanti che ha interrotto le lezioni per tre mesi. Con una campagna inizialmente sottotono, il candidato ha visto crescere la sua popolarità nelle ultime settimane, spinto dai settori della sinistra peruviana che non hanno voluto accettare la candidata progressista moderata Verónika Mendoza, del blocco Juntos por el Perù. Tra le sue proposte, il partito di Castillo parla di una nazionalizzazione delle imprese energetiche e di aumentare la spesa statale per l’istruzione nel Paese. Durante la campagna elettorale, Castillo ha annunciato che in caso di vittoria chiederà di istituire un’Assemblea Costituente per cambiare la Costituzione del 1993, redatta dopo l'”autogolpe” dell’ex presidente Alberto Fujimori. Promette inoltre la formazione di una nuova Corte costituzionale eletta dal popolo invece che dal Congresso.  Castillo si è ripetutamente espresso contro gli studi di genere nelle scuole, nonché sui diritti sociali come il matrimonio paritario tra persone dello stesso sesso. Sulla questione dell’aborto ha dichiarato che, sebbene lui sia contrario, sarà un tema affrontato dall’Assemblea costituente.  Le sue proposte hanno convinto il Perù rurale, dal quale ha ricevuto la maggioranza dei consensi. Durante la sua campagna, Castillo si è sforzato infatti di mettere in luce le sue origini umili e andine, simboleggiate dal cappello di paglia che indossa sempre, tipico dei contadini della provincia di Chota dove è nato, e dal cavallo sul quale si è recato al seggio per votare domenica. 

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