Cronaca

Usura ed estorsioni, gli artigli della ‘Ndragheta in cinque province. Raffica di arresti

Raffica di arresti da parte di polizia, carabinieri e Guardia di Finanza,coordinati dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, a seguito dell’operazione congiunta “atto finale”. Sono 15 le persone fermate nelle province di Brescia, Milano, Cremona, Ascoli e Reggio Calabria con le accuse di usura e estorsione di stampo mafioso a danno di diversi impreditori, ritenute legate a clan di ‘Ndrangheta. Reati che sarebbero stati commessi anche durante l’ultimo periodo di lockdown. L’attività degli investigatori – diretta dal Sost. Procuratore della Repubblica Roberta Panico della Direzione Distrettuale Antimafia di Brescia, unitamente ai Sost. Proc. Erica Battaglia e Sost. Proc. Carlotta Bernardini – ha permesso di documentare, nonostante il periodo di lockdown, condotte intimidatorie ed estorsive, accordi e pagamenti usurari, accompagnati da pressioni e pretese economiche in danno di imprenditori, accordi per la spartizione degli illeciti guadagni, richieste di protezione criminale e gravi situazioni di esposizione a rischio per l’incolumità individuale. Colpo anche alla famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato, nel Palermitano. Dalle prime ore di stamattina a San Giuseppe Jato e a San Cipirello, i carabinieri del nucleo Investigativo del Gruppo di Monreale hanno dato esecuzione a 10 provvedimenti cautelari (8 in carcere, uno ai domiciliari e una sospensione dall’ufficio o servizio), emessi dal gip di Palermo. Gli indagati sono accusati di associazione di tipo mafioso, estorsione aggravata dal metodo mafioso, cessione di sostanze stupefacenti e accesso abusivo a sistema informatico. Sei sono ritenuti affiliati alla famiglia mafiosa di San Giuseppe Jato. Le indagini, dirette da un pool di magistrati della locale Direzione distrettuale antimafia, coordinati dal procuratore aggiunto, Salvatore De Luca, hanno permesso di monitorare gli assetti interni allo storico mandamento subito dopo i blitz ‘Nuovo Mandamento’ (2013), ‘Quattro.Zero’ (2014), ‘Montereale’ (2016) e ‘Nuovo Papa’ (2017). “Le condotte di reato contestate agli indagati – spiegano gli investigatori – sono relative al periodo compreso tra il febbraio 2017 e il novembre 2019.

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