Economia e Lavoro

Visco (Banca d’Italia): “Debito pubblico al 150% e crescita nel 2022 al 4%”

“Nel 2021 la ripresa dell’economia mondiale è stata superiore alle attese. Anche in Italia l’attività produttiva ha sorpreso positivamente, con un aumento del Pil del 6,5%.Negli ultimi mesi la crescita è stata frenata dalla nuova ondata di contagi, ma dalla primavera, con il progressivo miglioramento del quadro sanitario, dovrebbe riacquistare vigore”. Lo prevede il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, intervenendo a Parma al 28esimo Congresso Assiom Forex. 

“A livello globale, secondo l’ultimo scenario pubblicato dal Fondo monetario internazionale, nel 2022- continua Visco- il prodotto si espanderebbe del 4,4%, mezzo punto percentuale in meno di quanto previsto in ottobre. I rischi di breve termine sono prevalentemente al ribasso; oltre che dall’evoluzione della pandemia, essi derivano soprattutto dal persistere di tensioni geopolitiche e dagli effetti che ne possono conseguire sui costi delle materie prime, in special modo dell’energia, e sugli scambi di prodotti intermedi lungo le catene globali del valore. Secondo le nostre ultime stime- nota il governatore di Bankitalia- in Italia la crescita del prodotto si avvicinerebbe nella media di quest’anno al 4%,per poi attenuarsi nei prossimi due”.

 “Gli elementi più significativi del post pandemia per l’Italia saranno una buona crescita economica e una riduzione del debito pubblico. Sull’altro piatto della bilancia, nell’intervento del Governatore, ci sono i temi che gravano anche sugli altri paesi che vanno da una rimodulazione della politica monetaria all’aumento dell’inflazione a causa dei prezzi energetici, alle tensioni geopolitiche. E’ stata la marcata ripresa dell’economia ad essere decisiva nell’interruzione dell’aumento del rapporto tra debito pubblico e prodotto interno lordo in Italia.
Alla fine del 2021 si potrebbero vedere valori prossimi al 150 per cento (dopo il 156% del 2020), un livello nettamente inferiore a quanto previsto all’inizio dello scorso anno e anche rispetto alle valutazioni ufficiali pubblicate in autunno che lo vedevano al 160%, dice la Banca d’Italia precisando che “la tendenza alla riduzione dovrà proseguire nei prossimi anni” sempre che l’economia continui il suo trend sostenuto. In presenza di un saldo primario migliore delle attese ma comunque ampiamente in disavanzo – si legge ancora nella relazione Visco – il calo del peso del debito rispetto al 2020 ha riflesso la forte differenza, negativa per oltre 5 punti percentuali, tra l’onere medio per interessi e la crescita nominale dell’economia. Questo risultato, pur nell’eccezionalità delle circostanze che lo hanno determinato, con riferimento sia al recupero dei livelli di attività dopo la profonda recessione sia alle condizioni monetarie estremamente espansive, mostra con chiarezza l’importanza della crescita economica per il perseguimento di una graduale riduzione del peso del debito. La manovra di bilancio determina un aumento dell’indebitamento netto, rispetto al quadro a legislazione vigente, di circa l’1,3 per cento del Pil in media all’anno nel triennio 2022-24. Anche un eventuale rialzo dei tassi -pur che sia contenuto- “non avrà effetti rilevanti sul costo del debito”, la cui vita media è di poco inferiore agli 8 anni.

Related posts

Dalle ore 10 del 2 novembre nuovi eco-incentivi per l’acquisto di auto non inquinanti. Il provvedimento del Mise

Redazione Ore 12

Boom per le auto elettriche nel 2023 una su cinque sarà green

Redazione Ore 12

Sangalli (Confcommercio): “L’economia rallenta, serve un fondo Ue di resilienza”

Redazione Ore 12