Cronaca

Voghera, l’Assessore non ricorda quando ha sparato contro il marocchino e il Gip conferma gli arresti

(Red) E’ stato confermato dal Gip il provvedimento degliarresti domiciliari per l’Assessore alla Sicurezza del Comune di Voghera che ha colpito, dopo un’aggressione, un cittadino marocchino uccidendolo. La decisione è stata persa nella mattinata di sabato dopo la visione dei filmati e i rapporti degli investigatori sulle prime indagini sul campo e le testimonianze acquisite. Naturalmente non è una scelta che determina la colpevolezza assoluta dell’amministratore locale che è stato sottoposto a tre ore di interrogatorio davanti allo stesso giudice che poi ha disposto la reclusione ai domiciliari. L’assessore ha cercato di spiegare di essere stato di essere stato “vittima di una violenza improvvisa e inaudita”, che l’avrebbe fatto “cadere a terra, procurandogli uno stato di confusione”, nel quale non ricorda “di preciso come esattamente sia partito il colpo” che martedì sera in piazza a Voghera ha colpito e ucciso il 39enne marocchino senza fissa dimora Youns El Boussetaoui. Questa la linea difensiva tenuta dall’assessore leghista autosospeso del Comune in provincia di Pavia, Massimo Adriatici, che da tre giorni si trova agli arresti domiciliari con l’accusa di eccesso colposo di legittima difesa.
Secondo i due legali è “una leggenda metropolitana” quella dell’assessore-sceriffo, che girava armato per difendere la città. “Adriatici – hanno raccontato – martedì come tutte le sere stava facendo una passeggiata”, parlando al telefono con un amico, quando “ha notato El Boussetaoui tenere condotte violente, molestare una ragazza all’interno del bar, gettare uno sgabello e lanciare una bottiglia”. A quel punto l’assessore leghista, con un passato in polizia, avrebbe chiuso la chiamata e composto prima il 113 e poi direttamente il numero della Questura. “L’operatore di polizia – prosegue il racconto dell’avvocato Pipicelli – sente che il telefonino a un certo punto vola via e cade a terra”. Resta da capire cosa sia accaduto in quei momenti di concitazione, in cui Adriatici ha estratto la pistola – già carica, per poterla usare “senza andare in panico” in situazioni di pericolo – e l’ha rivolta contro il marocchino per farlo allontanare. “Un colpo non parte da solo dalla pistola. Io la dinamica – se qualcuno gli ha messo la mano sopra o l’ha spinto – non la so e non ha saputo rispondere nemmeno Adriatici”, ha chiarito l’avvocato. Una linea difensiva che non convince parte dell’opinione pubblica, che domani pomeriggio a Voghera scenderà in piazza Meardi, il luogo della sparatoria, per chiedere “Giustizia per Musta” e “sicurezza per tutti”.

Related posts

Per gli animali la fine delle vacanze coincide con lo stress

Redazione Ore 12

  A Napoli 24enne ucciso in piazza Municipio, era un musicista dell’orchestra Scarlatti Young

Redazione Ore 12

Scoperta dalla Guardia di Finanza una maxi-truffa ai danni dello Stato con 21 milioni di euro di fatture false

Redazione Ore 12